Leviatan di Julien Green edito da Corbaccio

Leviatan

Editore:

Corbaccio

Traduttore:
Sereni V.
Data di Pubblicazione:
16 ottobre 1998
EAN:

9788879723459

ISBN:

8879723456

Pagine:
274
Formato:
brossura
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Trama Leviatan

Un romanzo dalle passioni devastanti, passioni che catturano e imprigionano i personaggi fino a seppellirli. E' la rappresentazione a tinte fosche e allucinate del carcere in cui ogni singolo viene rinchiuso dal proprio vizio. Per evadere dall'amarezza, dal turbamento, dal dolore, il protagonista arriverà a risoluzioni tanto tragiche quanto illusorie. "Come nella tragedia antica, Leviatan è dominato da una forza alla quale siamo costretti a dare il nome di destino", come ha detto Piero Citati.

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4 di 5 su 1 recensione

LeviatanDi S. Silvia-21 febbraio 2011

Mi hanno regalato questo romanzo per Natale. Leviatano è il mostro biblico che rappresenta la potenza primordiale priva di controllo. Julien Green scava nei meandri oscuri degli animi di quattro solitudini immerse nella noia della monotona provincia francese e porta alla luce la terribile condizione umana: basta una banale minima cosa perché si scateni il Leviatano, la belva terrificante che sta rintanata dentro di noi, in agguato, capace di esplodere con una forza inaudita e fare piazza pulita delle ipocrisie e del perbenismo di esistenze rinchiuse negli angusti confini della mediocrità. Ogni personaggio vive imprigionato nelle catene dell'infelicità, si crogiola nella perfidia e nella malvagità delle proprie azioni e passioni, abbandonandovisi con piacere, con la "gioia" di vedere fino a che punto si può cadere, e al contempo anela a liberarsene e ad evaderne; il Leviatano esplode con violenza, riuscirà nell'opera di liberazione dalla prigionia? Non c'è giudizio né condanna nelle parole dello scrittore che raccontano la tragica parabola di Paul Guerèt, incarcerato in un matrimonio con una donna che non ama e assetato d'amore, che si illude di trovare in Angèle, giovane lavandaia che vive anch'essa nell'illusoria speranza di raggiungere la meta impossibile, la felicità, abbandonando la vita che la costringe a fare la "zia" signora Londe per attirare i clienti nel suo ristorante, che per lei è fonte di guadagno ma soprattutto unico modo per soddisfare la sua divorante curiosità. Nessun giudizio viene espresso sull'infelice vita della signora Grosgeorge, costretta in un matrimonio con un uomo che disprezza come "una bestia che non si rassegna d'essere caduta in trappola e caccia la testa impazzita tra le sbarre della gabbia, quasi queste dovessero un giorno miracolosamente scostarsi". Vi è soltanto lo sguardo compassionevole dello scrittore che ci porge, quale metafora della tremenda condizione del genere umano, le drammatiche vicende dei personaggi del romanzo, accomunati dalla soggezione alla "volontà misteriosa che regola i nostri destini", che, apparentemente per caso, all'improvviso fa esplodere con violenza quel malessere sotterraneo che si cela in ognuno di noi. "Non esiste il caso. Esiste solo la malvagità del destino. E le sue perfidie, preparate di lunga mano, hanno un'apparenza fortuita solo perché ce ne sfugge la parte segreta".