Lettera ai cappellani militari. Lettera ai giudici di Lorenzo Milani edito da Il Pozzo di Giacobbe
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Lettera ai cappellani militari. Lettera ai giudici

Collana:
Il pellicano
A cura di:
S. Tanzarella
Data di Pubblicazione:
1 maggio 2017
EAN:

9788861246645

ISBN:

8861246648

Pagine:
168
Argomento:
Cattolicesimo romano, Chiesa cattolica romana
Acquistabile con la

Descrizione Lettera ai cappellani militari. Lettera ai giudici

Nel febbraio del 1965 i cappellani militari della Toscana emanano un comunicato stampa  accusando i giovani italiani obiettori di coscienza di essere dei vili. In loro difesa interviene don Milani con una lettera aperta agli stessi cappellani, una lettera di altissimo valore morale e civile nella quale chiede rispetto per chi accetta il carcere per l'ideale della nonviolenza. Per questa sua lettera Milani viene denunciato da un gruppo di ex combattenti e messo sotto processo. Impossibilitato a parteciparvi per l'aggravamento del tumore che lo porterà, di lì a poco, alla morte, Milani scriverà una memoria difensiva sotto forma di lettera ai giudici. In essa la storia civile dell'Italia unita viene riletta senza retorica celebrativa come storia feroce di guerre, di spietato colonialismo, di sopraffazione di poveri. La lettera, vero manifesto contro l'obbedienza cieca,  metterà anche sotto accusa la illusoria deresponsabilizzazione dell'esecuzione di ordini, anche omicidi, impartiti da una autorità. Le due lettere di Milani sono accompagnate da note che ne chiariscono il senso e le relazioni con la sua opera.

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5 di 5 su 1 recensione

Per prendere il Vangelo sul serioDi C. Ezio-11 maggio 2021

Ottimo lavoro che mostra sia il lavoro di ricerca della verità di Don Milani sia coloro che lo hanno osteggiato con le argomentazioni più varie: tutto documentato. Leggere un libro così è come fare un profondo esame di coscienza. Per un credente è cercare la verità delle proprie scelte nella vita reale, alla luce della parola di Dio. Per un non credente è comunque una riflessione fondamentale sulla possibilità che la guerra sia giusta, che la legittima difesa sia legittima e soprattutto che l'obbedienza sia una virtù così indiscutibile.