I «laudi» delle regole di Candide, Lorenzago e San Vito in Cadore
- Editore:
Ist. Bellunese Ricerche Soc.
- Collana:
- Serie diritto regoliero
- Data di Pubblicazione:
- 2013
- EAN:
9788890795169
- ISBN:
8890795166
- Pagine:
- 585
- Formato:
- rilegato
- Argomenti:
- Storia d'Italia, Storia del diritto
Descrizione I «laudi» delle regole di Candide, Lorenzago e San Vito in Cadore
L'opera costituisce una nuova pietra miliare nella conoscenza della storia di quella importante realtà che sono le Regole delle nostre terre. Essenzialmente è diviso in due parti: la prima abbracciante gli aspetti generali e la seconda comprendente i documenti ossia i Laudi delle tre località cadorine. Nella prima parte vengono esaminati otto aspetti particolari del problema regoliero e tutto ciò costituisce un aggiornamento e un approfondimento dell'antico libro dello stesso Zanderigo intitolato: "Appunti per la storia delle Regole del Cadore nei secoli XIII-XIV". Il volume ha una importanza in genere per la storia del diritto, ma specialmente è utile per gli attuali regolieri e, in particolare, per gli amministratori di Regola, affinché tengano presente l'evoluzione della normativa locale sempre attenta ai tempi e sempre mirante alla salvaguardia dei nostri beni e delle persone che abitano nei nostri paesi.
Recensioni degli utenti
Laudi-statuti del Cadore.-30 gennaio 2013
I "laudi" sono gli statuti delle "regole" ovvero delle comunità vicinali del Cadore e di Cortina d'Ampezzo. Essi disciplinano l'uso dei prati, boschi, pascoli e rocce di proprietà collettiva dei "fuochi-famiglie" originari e residenti ed indicano i relativi diritti di partecipazione e successione. Il volume presenta il testo, in latino o in volgare, di circa 30 statuti, redatti tra i primi decenni del secolo XIII e l'anno 1949. A norma di questi antichi statuti, le "regole" del Cadore vennero ricostituite e riconosciute dal D. Legislativo 3 maggio 1948, n. 1104, e sussistono tuttora, anche se soffrono il disordine e l'abbandono della montagna. Spesso le "regole" sono state e sono ancor oggi avversate, oppure mitizzate, oppure la loro normativa è stata oggetto di equivoci. Il volume ne ripercorre la storia di "lunga durata", dalle origini fino alla loro soppressione (1806) ed al trasferimento dei loro beni al demanio civico dei Comuni, nonché fino alla rivendicazione della loro proprietà "speciale" ed alla discussione in seno alla Costituente riguardo ad un "tertium genus" di enti, intermedi tra il pubblico ed il privato.