La sfera nel buio. La torre nera vol.4

Di tutti i libri di King che ho letto, questo è quello che ho atteso di più. Sono passati circa 12 anni da quando lessi il volume tre, alla pubblicazione del quattro. Dodici anni molto sofferti, perché allora King dichiarava di non avere ancora idea di come proseguire la storia. E così, tra pezzi e bocconi, si sperava che questo libro arrivasse... Ed è arrivato. A sorpresa. Perché l'ho trovato in una libreria per caso e, credetemi, quello è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita libraria. Il terzo volume si chiudeva, per così dire, lasciando una porta aperta, che nelle prime pagine del quarto va a concludersi, aprendo però, lo spiraglio promesso sulla vita passata del protagonista. Ed ecco che King ci porta in un'atmosfera passata e mai dimenticata, sebbene nascosta in un cassetto della memoria, delle giovinezza di Roland, dei turbamenti legati al primo amore e della sua fredda iniziazione da pistolero. Un romanzo dove amore e disperazione si mischiano in egual misura e portano il lettore alla spasmodica ricerca del finale, per comprendere al meglio il quadro sottile che comincia a delinearsi. Bellissimo.

Dei sette libri che compongono la saga della Torre Nera questo è il libro che mi piace maggiormente. Questo è dovuto al fatto che svela la storia dell'ultimo pistolero, Roland di Gilead ed in parte del suo mondo, grazie ad un parallelo con "L'ombra dello scorpione". Ben strutturato, ci consente di capire meglio il personaggio Roland...

Questo quarto capitolo della saga è interessante perché particolare e diverso dagli altri: qui l'azione dinamica dei personaggi lascia il posto ad una azione in cui la fanno da padrona l'intelligenza, la sagacia e la perspicacia, tutte qualità che in precedenza non erano emerse completamente nella figura del protagonista Roland.

Titolo che non centra nulla con l'originale. Vengono fatte nuove rivelazioni, continuano ad andare avanti i quattro pistoleri nella nuova missione. Forse qui si iniziano ad accusare i primi colpi nella saga che continua comunque ad appassionare.

Avrà sicuramente influito il mio amore per i flashback, ma l'ho trovato forse il libro migliore della saga. Memorabile la scena del rogo finale. Però a me Susan piaceva! Mentre Cuthbert il simpaticone, che non si capacita dell'esistenza di una ragazza bella che sia pure più furba di lui, può tranquillamente andarsi a impiccare.

Ciò che non conosciamo di Roland verrà  svelato: l'amore, le amicizie, i tradimenti, gli inganni. Un volume assolutamente imperdibile, un affresco disarmante di un mondo nel suo massimo splendore, prima che tutto andasse avanti e la vita cominciasse a marcire. Ancora una volta Stephen King ci stupisce per la sua capacità  di scrivere un fantasy atipico, per la sua maestria nel creare figure vive ed emozionanti capaci di imprimersi nell'immaginario collettivo. Questo volume rappresenta la definitiva caduta dello stereotipo che vuole lo scrittore del Maine bravo a scrivere solo horror: King è molto di più, fidatevi.