Katyn e l'eccidio sovietico del 1940. Verità, giustizia e memoria di George Sanford edito da UTET
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Katyn e l'eccidio sovietico del 1940. Verità, giustizia e memoria

Editore:

UTET

Traduttore:
Piperno Beer M.
Data di Pubblicazione:
5 luglio 2007
EAN:

9788802077093

ISBN:

8802077096

Formato:
rilegato
Argomenti:
Seconda Guerra Mondiale, Genocidi e pulizia etnica
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Descrizione Katyn e l'eccidio sovietico del 1940. Verità, giustizia e memoria

Nella primavera del 1940 l'NKVD, la polizia politica di Stalin, trucidò circa 15.000 prigionieri di guerra polacchi catturati nel settembre 1939 durante la guerra nazi-sovietica contro la Polonia. I tedeschi, durante la loro invasione dell'URSS, nella primavera del 1943 scoprirono e resero noto che a Katyn erano sepolte le vittime del campo di Kozelsk. Solo alcuni decenni più tardi furono scoperti a Kharkov e a Mednoe i luoghi dove erano state uccise e sepolte le vittime dei campi di Staroblesk e Ostashkov. Altri 7300 polacchi furono uccisi neUo stesso periodo nelle prigioni ucraine e bielorusse portando il totale delle vittime a circa 22.000. Questo studio è il primo ad utilizzare i documenti sovietici resi pubblici agli inizi degli anni Novanta per spiegare come il fallimento degli interrogatori e dei tentativi di reclutamento dell'NKVD insieme alla profonda rivalità polacco-bolscevica indussero la leadership stalinista a decidere l'eccidio di massa. Oltre ad approfondire la logica dello stato stalinista, il libro fornisce un autorevole studio dei metodi usati da Stalin attraverso un dettagliato resoconto di come avvenne il trasporto e l'esecuzione delle vittime. La verità sull'eccidio fu celata sia dall'Unione Sovietica sia dal loro regime satellite istituito in Polonia dopo la guerra. Ma il modo in cui il problema venne trattato da parte dei governi americano e inglese dopo il 1943, che viene esaminato nella seconda parte di questo libro, ha anch'esso una grande importanza.

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L'eccidio di KatynDi c. monica-24 febbraio 2011

Stalin e Hitler, una volta stretto il loro patto di alleanza, invasero la Polonia e se la divisero nei loro territori di occupazione. Stalin rastrellò circa ventiduemila persone, per la maggior parte ufficiali e soldati dell'esercito polacco sconfitto, ma anche commercianti, indutriali, medici preti e li rinchiiuse in campi di concentramento appositamente costituiti perché sicuro che i prigionieri polacchi erano controrivoluzionari, si opponevano al potere sovietico sui propri territori, erano nemici di classe e non prigionieri di guerra. Stalin tentò di indottrinare i prigionieri per ridurli all'assoluta obbedieza sovietica. Occorreva annientare il valore nazionale patriottico e religioso del polacco e l'insufficienza dei risultati ottenuti irritò notevolmente Stalin. Si decise quindi lo sterminio sistematico e programmato dei prigionieri polacchi, molto simile a quei massacri che nel frattempo i nazisti compivano nei loro campi di sterminio. Si ingannarono i prigionieri affinché non opponessero resistenza alla loro deportazione in luoghi sconosciuti, vennero fucilati uno a uno con un colpo di pistola alla nuca e sepolti in fosse comuni nelle foreste. L'eccidio di Katyn, commesso nel 1940 non fu il solo, in altri luoghi nel anni 1990 furono scoperte fosse comuni di prigionieri polacchi trucidati da Stalin, ma Katyn fu scoperto nel 1943 dai tedeschi. Fu un'ottima occasione per la propaganda nazista per dimostrare la crudeltà e inumanità di Stalin (per altro già nota al mondo). Hitler istituì una vera commissione di inchiesta con medici, patologi, giornalisti e altri esperti, portarono alla luce i cadaveri, fecero autopsie, dimostrarono che la piantumazione di alberi sulla fossa per nasconderla era stata fatta nel 1940, raccolse prove schiaccianti, l'omicidio era opera dei Russi. La risposta di Stalin non si fece attendere, istituì una fittizia commissione di inchiesta con pochi membri corrotti per dimostrare con false prove e affermazioni che l'eccidio era stato compiuto dai Tedeschi, in fondo poteva essere credibile agli occhi del mondo dato che gli stermini da parte dei Tedeschi sulle popolazioni erano da tempo usciti allo scoperto. Gli Alleati, nonostante fossero a conoscenza della realtà del massacro, non fecero nulla per non irritare il nuovo amico Stalin, nel dopoguerra la Polonia in accordo con la propaganda sovietica censurò ogni informazione riguardante il massacro. L'eccidio di Katyn tornò alla ribalta con la caduta del comunismo. Ancora nel 2005 il Governo Sovietico rifiutò di dare risarcimenti ai parenti delle vittime perché non intendeva riconoscere il massacro di Katyn come crimine contro l'umanità. Solo nel 2010 il Governo Sovietico finalmente si decise a dare credito parzialmente alle richieste polacche ammettendo che il crimine è effettivamente opera dei russi. Nessun processo però verso i criminali, soltanto la creazione di un monumento in memoria di queste vittime, la maggior parte delle quali, considerato l'enorme quantità di tempo trascorsa prima di essere riesumate, non furono riconosciute.