Descrizione Judenrampe. Gli ultimi testimoni
Questo libro raccoglie le testimonianze di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti che al momento della deportazione avevano un'età compresa tra i dodici e i ventanni. Ogni giorno, tra l'inverno del 1943 e la primavera del 1945, hanno vissuto sulla loro pelle il male assoluto, quello che lascia tracce indelebili, che distrugge e annichilisce senza un motivo. Sono usciti vivi da Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dora, Ebensee, Dachau, Buchenwald, Ravensbrück, Bergen Belsen nonostante il lavoro forzato, la fame, il freddo, le botte, gli esperimenti, gli appelli, le selezioni, le marce. Tutti loro, all'epoca adolescenti, richiamano alla memoria l'istante in cui sono stati separati dai loro genitori, l'ultimo abbraccio, i baci e le urla. E poi l'inferno: quando tennero lo sguardo fisso sui piedi per non vedere, quando videro i soldati giocare al tirassegno con i bambini, quando videro i compagni di prigionia morire a pochi minuti dalla liberazione, quando non furono creduti al loro ritorno a casa. Tra le testimonianze raccolte da Anna Segre e Gloria Pavoncello ci sono ebrei catturati in Italia, a Fiume, a Rodi, in Grecia, in Ungheria, in Croazia, in Libia, oppositori politici e militari sconfitti, ci sono le loro voci in presa diretta che scavano nella memoria per restituirci non l'accurata ricostruzione storica di quegli eventi, ma gli istanti in cui persero la loro innocenza.
Recensioni degli utenti
Judenrampe-31 luglio 2011
Va da sé che il libro va lettoa priori per le preziose testimonianze di vittime della Shoah. Nomi tristemente noti che urlano o sussurrano il dolore nascosto di ciò che hanno provato sulla loro pelle: da Ida Marcheria a Shlomo Venezia, da Nedo Fiano a Liliana Segre, tutti sono passati per la "judenrampe", la banchina ferroviaria che segnava il passaggio dalla loro vita passata al futuro infernale del campo, un futuro fatto di sopruso, violenza, perdita della propria dignità. Ciò che mi ha colpito di questo libro è stato, oltre alle sfumature chiramente personali di ogni racconto, il ritratto lirico, ad opera delle curatrici, che segue ogni singola testimonianza riassumendola in maniera efficace e dando al libro stesso un taglio poetico oltre che narrativo. Esemplari sono poi le testimonianze di silenzio (volute, come nel caso di Marisa di Porto, o no, come nel caso di Settimia Spizzichino, ora deceduta) , a dimostrazione dell'indicibile impossibile da restituire, in maniera filtrata, a parole. In conclusione un documento importante, di narrazione e poesia, per un monito all'umanità.
Ultima frontiera.-20 giugno 2011
La rampa degli ebrei, l'ultima fermata dei treni piombati carichi di uomini donne e bambini stipati nella lordura, stremati da lunghi viaggi senza aria, acqua e cibo. Scaraventti a bastonate giu' dai vagoni vivi o morti sulla rampa che decide subito, per una breve vita di miseria stenti malattia o per l'immediata morte. Una rampa di cemento, brulicante di gente impaurita e disorientata all'arrivo, una rampa ripulita in brevissimo tempo per far posto al prossimo convoglio di merce umana in arrivo. La rampa, che fu l'ultima destinazione per milioni di persone e il primo impatto con la realta' concentrazionaria nazista per quei pochi che ne uscirono vivi. Un ultimo brevissimo sguardo smarrito a quella rampa anonima inghiottitrice di umanita' e poi il nulla per tutti, sia per i condannati a vivere che per i condannati a morte.
La guerra-20 aprile 2011
La guerra oramai sembra soltanto un vecchio ricordo, gli orrori e le torture avvenute impensabile ma purtroppo è tutto vero. La memoria della crudeltà dell'uomo verso i suoi simili sta svanendo con chi le ha provate sulla propria pelle e così queste due autrice hanno voluto raccogliere tutte le testimonianze per non dimenticare. Non bisogna dimenticare quello che hanno passato i nostri genitori. Piccole testimonianze che raccontano una realtà vera ma dura da accettare, sono quasi rimasto sconvolto da alcune dichiarazioni. Ma svegliamoci è tutto vero!