Il magistero dei giardini e degli stagni

Katsuro è sempre stato il miglior pescatore di carpe ma ora è rimasto a faccia in giù annegato nel fiume. Il magistero dei giardini e degli stagni di Didier Decoin è una storia delicata, di quelle che solo in Oriente sanno fare così bene, parlando di mestieri unici e di vite semplici, ma per questo non meno importanti. Alla morte del marito, Miyuki decide di sostituirlo in tutto e per tutto nel suo lavoro. La vedova così attraversa il Giappone imperiale del dodicesimo secolo per giungere alla capitale e consegnare le ultime numerose carpe pescate dal marito. Solo così potrà avere i soldi necessari per andare avanti. Il viaggio però non sarà per niente facile tra vallate, montagne e fiumi da attraversare. Alla pericolosità del paesaggio si aggiungono gli attacchi dei briganti e la furia dei kappa, mostri acquatici e mezze divinità che si nutrono delle interiora dei viaggiatori. Durante una tempesta seguita da una scossa di terremoto, quando Miyuki pensa di non farcela più, la donna sente vicino a lei la presenza del marito, le sembra che la prenda per mano e che le illumini la via, dandole la forza e il coraggio di proseguire. Da allora il suo viaggio sarà accompagnato dallo spirito di Katsuro e dalla sua bellissima anima. I ricordi di passione, amore, bontà e gentilezza che il marito aveva per lei la tengono sempre sveglia e vigile fino a farla arrivare alla capitale con il suo prezioso bottino. Il magistero dei giardini e degli stagni di Didier Decoin è un affresco del Giappone dell’epoca Heian e di una spiritualità, per noi occidentali, inarrivabile.