Marciapiede con vista di Filippo Strumia edito da Einaudi
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Marciapiede con vista

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
27 settembre 2016
EAN:

9788806227470

ISBN:

8806227475

Pagine:
155
Formato:
brossura
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Descrizione Marciapiede con vista

La prima poesia della nuova raccolta di Strumia è una precisa dichiarazione d'intenti: "Flesso appena in un inchino / si congeda dai lampioni / anche l'ultimo passante. / E là dove non siamo / la parola cede al sasso, / il luogo torna ciò che è". L'intento di Strumia è proprio quello di raccontare quel sasso quando l'uomo non lo guarda più, quando le categorie umane per percepirlo si sono dissolte. È un paradosso, perché ovviamente - Kant insegna - la realtà che possiamo descrivere è conformata alle nostre categorie di pensiero, ma alla poesia si chiede proprio, attraverso paradossi e metafore, di operare qualche miracolo, se no a che cosa serve? E dunque i versi di Strumia si aggirano nelle varie sezioni come in uno scenario homeless (Cartacce, Gatti, Panchine...). Una vista rasoterra, più bassa di una testa umana, per immaginare una realtà diversa, forse più vera. Strettamente intrecciato a questo percorso e incredibilmente non in contraddizione con esso, il libro è anche un resoconto esistenziale e si conclude con la sezione Tombini (che evoca tombe) in un dialogo con i propri morti e in diverse immagini di fine corsa. Il tutto versificato in un ritmo incalzante, prevalentemente ottonario, spezzato ogni tanto da un improvviso cambio di metro, da una dissonanza, da un'aritmia, forse da una sincope, un'assenza temporanea, ed è spesso li, proprio in questa pausa di coscienza, che si concentra lo scavo di Strumia, il suo sguardo alternativo sul mondo.

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5 di 5 su 1 recensione

Chi non ha mai scritto una poesia?Di B. Giuseppe-10 aprile 2018

Filippo Strumia - verrebbe voglia di rispondere, per giocare con la rima baciata. E, infatti, ai fortunati che ancora non lo conoscessero - tali perché possono ancora gioire della scoperta - suggerisco di prendere in mano questo volumetto e leggere i due versi che campeggiano in copertina: non sono due versi, ma una poesia. Per qualcuno il rischio è che possano essere LA poesia, talmente forte è lo schiocco della frusta dell'ingegno di costui. E il bello è che non è neanche un poeta che faccia ciò di professione: chissà, dunque, che l'esser psichiatra a questo mondo non possa anche far da viatico per una tanto profonda esposizione dell'animo umano? Sebbene, per profonda che sia, pressoché mai la sua poesia possa esser definita priva di leggerezza, essa non è MAI superficiale.