Interpretazione e creatività
- Editore:
Laterza
- Collana:
- Saggi tascabili Laterza
- Data di Pubblicazione:
- 4 settembre 2008
- EAN:
9788842087236
- ISBN:
8842087238
- Pagine:
- 130
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Teatro: singoli attori e registi
Descrizione Interpretazione e creatività
Due uomini di spettacolo, uniti da amicizia e soprattutto dal grande amore per quel palcoscenico che frequentano da anni, seppure da angolature opposte e complementari, si confrontano sul tema del processo creativo dell'attore e del regista. Toni Servillo è una poliedrica figura di artista che pratica forme diverse anche se imparentate di rappresentazione, dal teatro, al cinema, all'opera lirica. Gianfranco Capitta, giornalista e commentatore teatrale, entra nel suo mondo e si spinge a curiosare nell'officina dell'artista, per identificarne gli strumenti e le tecniche, apprezzarne la genialità, comprenderne l'esercizio quotidiano, svelarne grandezze e fatiche. Il libro offre la possibilità rara di visitare quel laboratorio privato che ogni artista possiede e tiene gelosamente per sé. Con la guida preziosa di un interprete e di un regista dalla grande potenza espressiva, il lettore percorre lungo queste pagine l'intera parabola creativa dell'arte dello spettacolo, dal processo artigianale e faticoso della creazione del personaggio fino alla sua espressione conclusiva.
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Recensioni degli utenti
Interpretazione e creatività-13 luglio 2011
Altro non è che una lunga discussione tra un attore e il suo produttore sui più disparati temi. Ci sono degli spunti interessanti, come quando Servillo racconta di come vede il teatro come orizzontale: non solo ci sono interazioni dirette tra regista e compagnia, ma anche il pubblico fa parte di questo gioco, e col passare delle repliche l'interpretazione può cambiare di volta in volta proprio perché - essendo il pubblico diverso - l'opera è diversa. Tutto questo ovviamente non si può fare nel cinema, dove il regista è l'unico che può assemblare i vari pezzi. L'impressione finale del libro resta comunque quella di una certa "leggerezza", o meglio impalpabilità: non fa male, però non lascia poi molto.