Intellettuale a Auschwitz di Jean Améry edito da Bollati Boringhieri
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Intellettuale a Auschwitz

Collana:
Varianti
Edizione:
6
Traduttore:
Ganni E.
Data di Pubblicazione:
12 maggio 2011
EAN:

9788833922355

ISBN:

8833922359

Pagine:
176
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia d'Europa, Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000
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Descrizione Intellettuale a Auschwitz

Con inesorabile precisione e passione di verità, Améry registrò in questa sua vertiginosa discesa nell'abisso concentrazionario le disfatte dello spirito, a cominciare dalla peculiare inferiorità nella quale venne a trovarsi nel Lager. L'inadeguatezza alla dimensione meramente fisica cui a Auschwitz era ridotta la vita lo rese paria tra i paria. Era un intellettuale, un uomo infinitamente più indifeso rispetto a chi, come i credenti di qualsiasi fede o i militanti di ogni ideologia, possiede certezze assolute e spiegazioni inoppugnabili per tutto, stampelle che aiutano a sopportare umiliazioni, privazioni, torture e morte. In questo senso la sua riflessione si rivela di un'ancor più insidiosa , fragilità, impedendogli di illudersi e costringendolo a scrutare sino in fondo l'annientamento della morale. Proprio attraverso la disillusa assolutezza con cui seppe misurare le nostre implacabili "perdite di terreno", Jean Améry si rivela alla fine un maestro di dignità e di libertà. Pubblicato quasi in sordina nel 1966 e diventato nel volgere di qualche anno un classico imprescindibile della letteratura concentrazionaria, "Intellettuale a Auschwitz" è un lucidissimo regesto sul tema del Male in una delle sue più abiette manifestazioni. La sua precisione evocativa penetra nelle fibre della mente lasciando segni indelebili nelle coscienza di ognuno. Presentazione di Claudio Magris.

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4 di 5 su 1 recensione

Non solo AuschwitzDi A. Terenzio-7 maggio 2012

Mi sembra uno dei pochi saggi seri su Auschwitz o meglio sull'esperienza totalitaria in un lager di sterminio nazista. Più che una meditazione su Auschwitz in senso stretto, è una riflessione sull'antisemitismo e l'essere semiti, da parte di un intellettuale ebreo che non si è mai sentito ebreo ma che è stato costretto a ritenersi tale a cominciare dalle leggi di Norimberga. Un libro bello e struggente.