Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea di Margherita Hack edito da Baldini + Castoldi

Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea

Collana:
I saggi
Data di Pubblicazione:
11 aprile 2017
EAN:

9788893880206

ISBN:

8893880202

Pagine:
220
Formato:
brossura
Argomenti:
Natura e esistenza di Dio, Storia delle scienze
Acquistabile con la

Descrizione Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea

Questo libro racconta come si è evoluta la nostra visione scientifica del mondo e, con essa, la capacità di leggere il cielo. Dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna, da Galileo e Keplero alle scoperte di Newton. Si stagliano vivissime, in questo percorso, le domande ultime: il nostro universo è tutto ciò che esiste? E finito o infinito nel tempo e nello spazio? È uno fra tanti? Com'è nata la vita? Margherita Hack affronta questi enigmi equilibrando l'approccio fideistico con le necessità della scienza, che cerca di spiegare il «come», contro i «perché» della religione. La Hack non offre risposte definitive, che la scienza forse non potrà mai dare, ma delinea la visione non consolatoria di un mondo che non ha bisogno di Dio per reggersi, e nel quale il miracolo più grande è la capacità della mente di schiuderci le frontiere dell'infinito.

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3 di 5 su 3 recensioni

Storia dell'universoDi M. Simone-15 giugno 2013

Un testo divulgativo sull'astronomia. Molto piacevole da leggere, accessibile a tutti, come la maggior parte dei libri dell'autrice. Parte da gli antichi miti sull'origine del mondo, per poi passare per i grandi filosofi greci che per primi misurarono le distanze del cielo. Poi Galileo, Newton, la nascita dell'astrofisica, la teoria del big bang. Esiste dio? Chissà cosa risponderà Margherita Hack. Buona lettura.

Titolo non corrispondente al contenutoDi B. Piero-17 maggio 2011

Più che un libro di riflessioni, si tratta di una storia dell'astronomia, da Talete ai giorni nostri, intercalata da alcune affermazioni dell'autrice sull'influenza negativa della Chiesa sulla ricerca scientifica, sia nel passato che al presente. L'ultimo capitolo è dedicato ai motivi che inducono la scienziata a dichiararsi atea. Lo stile della parte scientifico-divulgativa è scorrevole ed accattivante. Purtroppo la sezione dedicata alla cosmologia relativistica e alla fisica quantistica contiene delle imprecisioni che possono indurre il lettore non esperto a formarsi delle concezioni erronee. In particolare, la soluzione proposta per risolvere il paradosso di Olbers è incompleta perché non menziona l'espansione dello spazio-tempo come motivo principale per spiegare il fatto che il cielo notturno sia buio. Non far rilevare al lettore come le immagini del fondo cosmico primordiale, che l'autrice ha incluso nel libro, dimostrino come in realtà il cielo sia "luminoso", ma che per effetto dell'espansione quella luce un tempo "visibile" ora si è trasformata in microonde, rilevabili solo con strumenti spaziali, è fuorviante e oscura la caratteristica principale dell'universo in cui viviamo. Analogamente, parlando del principio di indeterminazione di Heisenberg, l'autrice usa una formula approssimata che potrebbe essere utile per spiegare la portata del concetto, ma non, come fa la Hack, per fare esempi numerici. Infine, sempre parlando del principio di indeterminazione, l'autrice confonde il "vuoto quantico" con il "nulla". Nelle conclusioni ("L'ipotesi di Dio"), la Hack ammette che avere o meno fede in Dio sia una scelta personale, e ammette anche che la scienza "non spiega, né potrà mai spiegare perché c'è l'universo, perché c'è la vita" (pag. 200). Ma dopo poche righe afferma "Chi non accetta la fede.., ritiene che il credere in Dio sia un modo infantile di spiegare tutto ciò a cui la scienza non è in grado di dare risposte... A riprova dell'infantilismo del credente si ricorda che "il "divino" nella vita degli uomini si è andato via via attenuando con l'aumentare della conoscenza...". A parte il fatto che l'ultima affermazione è lungi dall'essere sostenuta dalle attuali indagini statistiche, la Hack, mentre ammette in teoria pari dignità alla scelta dello scienziato non-credente e del credente, classifica quest'ultimo come "infantile". Considerando la lunga lista di scienziati (moderni) credenti (Planck, Heisenberg, Pauli, Einstein, Amaldi...) che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della scienza, bisogna ammettere che per catalogarli come affetti da "infantilismo", ci vuole coraggio (che certo non fa difetto alla Hack)! La parte finale è dedicata alla vita e qui l'autrice entra in contraddizione con se stessa: da un lato si chiede "Il fatto di padroneggiare le leve della vita ci spingerà a sostituirci ad essa?", ma conclude il libro con l'affermazione apodittica "E solo quando riusciremo a creare esseri viventi potremo dire di aver capito veramente che cos'è la vita". In definitiva un libro accettabile per la parte di storia dell'astronomia e dell'astrofisica classica, materie nelle quali l'autrice è competente (ma troppo simile ai molti libri divulgativi della stessa autrice), colpevolmente carente nella parte cosmologica e fisica (si legga per confronto il recente libro "Osservare l'universo" di Paolo de Bernardis, competente cosmologo di fama internazionale) e inconsistente nella parte filosofica e teologica ove le opinioni personali della scienziata atea sembrano avulse dalla realtà della ricerca attuale in entrambe le discipline.

GenialeDi B. RITA-29 aprile 2011

Un libro infinitamente interessante, scritto da una mente geniale che ha fatto della scienza l'asse intorno al quale ruota la propria esistenza. Un libro ricco di risposte: la Hack senza grandi sconvolgimenti ci mostra il lato razionale della vita e non solo. Davvero utile e importante avere fra le mani questo piccolo concentrato di genialità.