Descrizione Imatra. Pochi metri di Occidente. Con DVD
Un regista, italiano. La sua attrice, madrilena. La sua assistente, ungherese di Lisbona. Una troupe minimalista, a Imatra. A girare un film, un documentario ai confini dell'Europa, negli ultimi metri di Occidente. Ma il film non è che la miccia capace di innescare il racconto di un'altra storia, esilarante, morbosa, accattivante: quella dell'ossessione di un uomo per una donna, per un mestiere - filmare le donne -, per le sensazioni che le due cose insieme non smettono di sollecitare nel cuore e nella mente. Ed ecco che il regista getta la maschera e svela un sorprendente talento di narratore, capace di donare un'esistenza immaginaria ai personaggi che il lettore ritrova nelle sequenze del film, ma anche a quelli rimasti dietro la macchina da presa. Lo fa a loro insaputa, rendendoli protagonisti di una vicenda parallela che ha luogo nel chiuso dei suoi pensieri, tutta giocata sul filo di desideri, timidezze, tic, nevrosi, suscettibilità che lo scrittore può esprimere libero dai vincoli del reale. Sempre in bilico tra l'autoironia e lo struggimento, si dipana ininterrotto il flusso di un monologo che disegna sul volto del lettore un continuo sorriso e a tratti fa esplodere una fragorosa ilarità. E intanto, impercettibili, le parole depositano nell'animo granelli di malinconia per vite possibili ma irrealizzabili, immaginate aggrappandosi a ogni incontro, a ogni piccola casualità.
Recensioni degli utenti
Corso, ci mancherai-21 marzo 2011
Forse è il più bel film che abbia mai visto. Ma sicuramente è il più bel libro. Una storia di vite che si incrociano in mille posti diversi; vite che continuano la loro vita nei posti che abbiamo visitato. Anche se ce ne siamo andati. Noi siamo qui ed intanto ad Imatra continuano a servire birre, a macinare la carta ed a fare i tetrapack. Le infinite vite e gli infiniti ricordi e le nostalgie si mescolano. E alla fine solo la foto con gli occhiali da sole, nella penultima copertina: vale da sola tutto il film e tutto il libro. Ma alla frontiera di Svetogorsk continuano a fare la coda. Nonostante tutto.