Ieri
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Scrittori
- Data di Pubblicazione:
- 8 gennaio 2016
- EAN:
9788806229207
- ISBN:
8806229206
- Pagine:
- 106
Trama Ieri
Tobias Horvath è un emigrato, ogni suo giorno scorre nella quotidiana lentezza dell'abitudine e della ripetizione di gesti vuoti. Ha trascorso l'infanzia nella miseria, all'ombra della madre che era la ladra, la mendicante, la prostituta del paese. Quando, tra i molti che vedeva entrare e uscire di casa, ha scoperto chi era suo padre, Tobias ha preso un lungo coltello e glielo ha affondato nella schiena.
Recensioni degli utenti
Pessimismo e fastidio-21 maggio 2012
Sviluppo abbastanza originale intricato nello stile e nei toni caratteristici dell'autrice. Molto interessante il pensiero che vi possa essere scrittura (quindi arte) solo al di là di qualsvoglia coinvolgimento emotivo. Ha però il difetto di tutti i romanzi della Kristof: alla fine, anche se si azzerano le illusioni, non rimane niente, e al lettore permane una sensazione di vuoto che spetterebbe alla letteratura dover riempire.
Temi ricorrenti-3 maggio 2012
In Ieri si incontrano i temi già presenti nella Trilogia della città di K: la solitudine, un'infanzia difficile, e la menzogna che aiuta a viver nel miglior modo possibile il presente, sopravvivendo alla ferite del passato. Anche lo stile rimane sempre quello: asfittico, crudo, secco, stitico. Come prendere ad ogni pagina delle randellate nei denti.
Magnifico e doloroso-9 dicembre 2010
"Ieri" è un libricino di un centinaio di paginette, dense, densissime, e dalla storia di TobiasSandor si possono distillare moltissimi spunti: lo spaesamento proprio dell'immigrato, il senso dello scrivere ( anche Sandor non scrive nella lingua nativa, proprio come l'autrice) , l'infanzia e il sogno dell'amore come "promesse" e attesa di felicità, tradite, ovvio, dagli accidenti della vita. Però si respira un'aria troppo carica di tristezza e di vuoto. Dalla penna della Kristof fuoriesce solo inchiostro nero, dolore allo stato liquido.
Ieri.-10 novembre 2010
Agota Kristof è la perfezione narrativa. Per questo suo lungo racconto le stelle sono quasi quattro, di poco sotto la Trilogia che è il suo immenso e inarrivabile capolavoro. Anche in queste pagine mi sono persa, incantata dall'uso delle parole, dall'abilità della Kristof nel miscelare lucidamente il reale all'immaginario con il suo stile essenziale, spigoloso, asciutto ma infinitamente rigoglioso di suggestioni magnetiche anche nelle parti più crude. Un grido di desolazione e di smarrimento, un incantesimo poetico!