Hollywood, Hollywood! di Charles Bukowski edito da Feltrinelli

Hollywood, Hollywood!

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
18
Traduttore:
Viciani S.
Data di Pubblicazione:
1 Settembre 2013
EAN:

9788807883149

ISBN:

8807883147

Pagine:
240
Formato:
brossura
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Trama Hollywood, Hollywood!

Che cosa succede al più famoso dissacratore del "sogno americano" quando un regista gli anticipa una bella somma per scrivere una sceneggiatura? Bene, dietro consiglio del suo consulente fiscale, Chinaski/Bukowski si compra una Bmw nera ("Le Bmw nere sono le macchine dei duri" dice) e una casa ("Se vi dicono altrimenti non credeteci. La vita comincia a 65 anni" spiega quando ne è in possesso). Una moglie molto più giovane di lui ce l'ha già ("Mandata dagli dei ad allungarmi di dieci anni la vita. Nel bene e nel male"). Sembrerebbe che anche il cantore e cronista degli emarginati e dei disadattati d'America si sia integrato. E che proprio come la maggior parte dei suoi lettori di vent'anni fa sia rientrato - anzi entrato per la prima volta - nel sistema. Ma non è detto.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 7 recensioni

Un Bukowski atipicoDi R. Laura-11 Gennaio 2012

A sessantacinque anni viene chiesto a Bukowski di scrivere la sceneggiatura per un film. Dopo un parto lungo, fatto di finanziamenti scarsi e di produttori poco interessati, finalmente il celebre scrittore di poesie e romanzi è riuscito a comporre la storia della sua vita, che però risulta poco appetibile alle industrie cinematografiche. La vita di un ubriacone non interessa quasi a nessuno, ma alla fine di questa lunga avventura, il film riesce ad uscire nelle sale, riscuotendo anche un discreto successo. Non si parla di sesso, non si parla di eccessi, non si parla di tutto quel che è stato Bukowski prima di conoscere la sua giovanissima moglie Sarah, ma nonostante risulti qui più pacifico, ci rendiamo conto ancora una volta che nessuno potrà mai omologare questo grande autore del Novecento. Bukowski è sempre Bukowski!

Hollywood, Hollywood!Di M. Chiara-20 Luglio 2011

Storia nella storia: Bukowski si vede riflesso attraverso sé stesso da giovane, immortala parte della sua vita attraverso i ciak del regista suo grande amico. Bukowski è come una vera Bar Fly, una mosca da bar, può volare nella sua sceneggiatura e posarsi mostrandoci i suoi cinici aneddoti. Davvero affascinante.

bello come sempreDi A. Colombo-10 Novembre 2010

in questo romanzetto da 2 soldi in senso buono lo sciagurato protagonista in senso buono si trova impastato nel mondo del cinema in senso cattivo. Uno sguaiato film su carta offerto come sempre dal vecchio porco.

Hollywood, Hollywood!Di M. Giada-5 Novembre 2010

Bukowski è uno scrittore molto schietto, un pò particolare che apprezzo molto. In questo libro è chiamato a scrivere una sceneggiatura sulla sua vita e tra varie disavventure alla fine riesce a portarla nelle sale cinematografiche. Non il migliore che abbia scritto ma sempre molto bello.

il vecchio bukow..Di g. concetta-5 Agosto 2010

tra i lavori del vecchio bukowski amo piu di tutti i romanzi. Con questo hollywood hollywood, charles dimostra a tutti i criticoni, quanto fosse dotato di talento, ancora una volta.

HollywoodDi F. Claudio-4 Agosto 2010

Suppongo che, oramai, la mia devozione nei confronti di Bukowski sia alquanto palese; in ogni caso commento questo ramanzo perché si distacca dalla bibliografia canonica del Buk. Con il pretesto di raccontare l'odissea della realizzazione di un film, di cui Bukowski/Chinaski scrive la sceneggiatura, l'autore, più che scrivere semplicemente di se stesso come consuetudine, analizza il Bukowski protagonista dei suoi scritti e lo confronta con il Bukowski reale. Cinquantenne, che sembra ormai lontano dallle "storie di ordinaria follia", con il ventre rigonfio, diverso dal fisico degli anni della fame, una BMW, e un ingaggio dal più terrificante strumento di non pensiero: Hollywood. Un Bukowski che beve più moderatamente, senza sesso occasionale, che gioca sul tappeto con il gatto,che compra la sua prima casa, che rilascia interviste e che si sente infastidito quando i riflettori non sono puntati su di lui, come una prima donna hollywoodiana. Può un uomo inserirsi in una società che ha sempre disprezzato, solo perché oramai cinquantenne, stanco e remissivo? Può farlo Bukowski?