La grande opera alchemica di Gratianus edito da Mimesis
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La grande opera alchemica

Editore:

Mimesis

Data di Pubblicazione:
19 Novembre 2015
EAN:

9788857531236

ISBN:

8857531236

Pagine:
178
Formato:
brossura
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Descrizione La grande opera alchemica

"[...] benché l'Alchimia sia, nella via universale, in parte naturale e in parte artificiale, essa è però piuttosto naturale perché per natura nella via della vera Alchimia non è introdotto niente di estraneo o di alieno, poiché la natura possiede ciò in cui opera: le cose attive sono unite alle passive per mezzo di una unione e applicazione conveniente. Quanto al resto la natura opera di per sé". (Anonimo, Rosario dei filosofi)

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LA GRANDE OPERA ALCHEMICA di GRATIANUS Di D. Juan-18 Dicembre 2015

Dopo Alchimia svelata dal mito, Gratianus “imperturbatus” questa volta alza il tiro e pubblica: LA GRANDE OPERA ALCHEMICA. Un boato nell'esoterismo nostrale che, come un bang sonico, ne scuote le fondamenta. Intrepido argonauta, il Gratianus affronta ogni possibile nodo, ogni trama, ogni fulcro della Grande Opera, al fine di semplificare ogni cosa. Tutto il libro è un pout-pourri di citazioni, mentre la simbologia – cardine dell'insegnamento esoterico – assume il ruolo di una pinzillacchera per volere del magnano meneghino. Diverte, ad esempio, il suo commento a una delle tarsie di Lorenzo Lotto (la tarsia si chiama “La nutrizione del lapis”) in cui si legge: “N.B. La materia dona la propria essenza a 2 operatori, di cui notiamo gli occhi bendati. L'immagine ci ricorda che l'opera si compie esclusivamente per volere divino". I riferimenti all'Emblema II dell'Atalanta Fugiens (nutrix ejus terra est) e al Symbola aurae mensae (lapis, ut infans, lacte nutriendus est verginali), oltre che alla Philosophia Reformata di Mylius, vengono ignorati come è costume di Gratianus. Sarebbe stato sufficiente all'indefesso Gratianus fare riferimento all'etimologia secondo cui Amaltha significa "la nutrice", o "l'allevatrice", o forse anche "alma madre", per evitare di fare affermazioni fantasmagoriche . Il libro di Gratianus si può ridurre in una frase: l'Opera è una titanica lotta con il forno e con i suoi vapori malefici sulla “via breve e pericolosa”. Chi non condivide questo stacanovismo del forno è un reietto. Sia chiaro: il laboratorio è fondamentale, ma va inteso alle condizioni poste da Eugène Canseliet, ovvero: “Evidentemente, così come è necessario per ogni studio e disciplina, la lettura è indispensabile, per arricchire il subcosciente, questo magico fornitore della idonea indicazione nel momento propizio. È sempre pregiudizievole passare all'esercizio del laboratorio senza una conoscenza perfetta della teoria ricavata dai libri, e bisogna , in primo luogo, ricordare l'importante apoftegma che che va sempre tenuto presente, secondo il quale la precipitazione è del diavolo: PRAECIPITATIO A DIABOLO." In altre parole il laboratorio alchemico  richiede un operatore esperto di meccanica metallurgica o un un filosofo della Natura? Lo dice la parola stessa: filosofo della Natura è un dono che essa stessa fa a chi più le aggrada. Filosofi della Natura non si diventa con una semplice dritta data da chicchessia.  Gratianus cita a ogni piè sospinto Paolo Lucarelli quale suo “maestro”. Dimentica che Lucarelli sosteneva che dichiararsi discepoli di un “maestro” (nel suo caso Eugène Canseliet) non è opportuno perché si può far fare una brutta figura al proprio “maestro”. Gratianus non si pone questo problema, quasi a voler imprimere un sigillo di autenticità alle sue affermazioni, facendo però così credere che quanto da lui affermato fosse condiviso da Paolo Lucarelli. Nulla di più sbagliato. L'ALCHIMIA DI GRATIANUS non è l'alchimia di Paolo Lucarelli. Rivolgersi ad un sedicente intermediario rende certamente la strada più facile quanto “falsa”, come direbbe Gratianus.