Un giorno è bello e il prossimo migliore. Un siciliano in Australia
- Editore:
Terre di Mezzo
- Collana:
- Diari. Archivio diaristico
- Data di Pubblicazione:
- 31 luglio 2003
- EAN:
9788889385906
- ISBN:
8889385901
- Pagine:
- 312
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Migrazioni, immigrazione, emigrazione
Descrizione Un giorno è bello e il prossimo migliore. Un siciliano in Australia
Antonio e Rosa sono due migranti: da un'isola, la Sicilia, si trasferiscono dall'altra parte del mondo, in Australia, un'altra isola, grande come un continente. Siamo nel 1977, Antonio lavora nelle ferrovie, cresce i due figli con la moglie e coltiva il sogno di una casa più grande, la villa che in Sicilia non avrebbe mai potuto permettersi. Dopo molte insistenze convince Rosa, compra un terreno e inizia a costruire con le sue mani la casa perfetta. Ma poi l'imprevisto: arriva il terzo figlio che non aspettavano. È Marcello, un bambino che fa innamorare subito tutti, ma che ha una malformazione cardiaca. Inizia così il periodo più difficile per la famiglia Sbirziola, punteggiato da continui ricoveri e operazioni. Rosa non si dà pace e si ammala di depressione. Per Antonio il mondo si capovolge, deve pensare a tutto, si prende cura della famiglia, la tiene unita come può, cerca di tranquillizzare la moglie, di proteggere Marcello. "Un giorno è bello e il prossimo migliore" è uno slogan per attirare turisti, ma non è una menzogna perché il Queensland è davvero un paradiso, o almeno così appare ad Antonio. Si rivelerà un miraggio di felicità e al tempo stesso un crudele inganno.
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Recensioni degli utenti
Autobiografia di un siciliano in Australia-22 febbraio 2017
Premio Pieve (Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, Pieve Santo Stefano) nel 2006, il libro racconta in prima persona le vicende autobiografiche dell'autore nel periodo 1977-1984, in cui, emigrato in Australia, insegue il sogno del benessere per sé e la sua famiglia (la moglie e i tre figli), benessere che in gioventù gli è stato negato dalla povertà. Il sogno si materializza nella costruzione della casa di proprietà, una villa che in patria solo i signori si sarebbero potuti permettere. La storia di uno sradicamento, e di un ostinato, commovente ottimismo, anche nelle avversità tenacemente affrontate. La lingua, un impasto di italiano dialettale e inglese, merita una menzione.