La gioia di pensare. Elogio di un'arte dimenticata di Vittorino Andreoli edito da Rizzoli

La gioia di pensare. Elogio di un'arte dimenticata

Editore:

Rizzoli

Data di Pubblicazione:
12 gennaio 2017
EAN:

9788817092241

ISBN:

881709224X

Pagine:
415
Formato:
rilegato
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Descrizione La gioia di pensare. Elogio di un'arte dimenticata

Viviamo in un tempo che ci distrae, in un empirismo che ci allontana con forza dalle occupazioni che sanno dare un senso alla nostra esistenza. Eppure questa deprivazione costante delle fonti essenziali di gioia può essere riconquistata ripristinando alcune semplici abitudini. La principale è senz'altro la feconda arte del pensare. Un esercizio a cui dedichiamo sempre meno energie e che proprio per questo impoverisce anche il nostro vissuto emotivo. Basterebbe poco per cambiare, per esempio tornando a usare quell'agenda che si è fatta virtuale, trascrivendo i nostri pensieri e trasformandoli in guida per il futuro. Dopo averci insegnato a ritrovare "la gioia di vivere", Vittorino Andreoli compie un ulteriore passo avanti con questo libro in cui coinvolge i lettori in un gioco di pensieri che attivano pensieri. A molti potrà sembrare strano che un semplice taccuino in cui si dispiegano i giorni dell'anno possa servire a compiere una rivoluzione così profonda. "Ciascuno di noi vorrebbe vivere meglio, almeno un po' meglio, sognando il meglio possibile, e per questo c'è bisogno di programmare, di immaginare che cosa scrivere giorno dopo giorno in un'agenda dell'anno che è appena cominciato." Perché annotare i propri pensieri permette di ricollocarci a contatto con il nucleo interiore più profondo, anche quando sono pensieri indignati dalle notizie di cronaca. Pensare serve a capire meglio chi siamo, dove andiamo e dove trovano posto i nostri desideri più intimi. È per questo che l'arte di pensare deve essere coltivata come un giardiniere fa con i suoi fiori più delicati, per non dimenticare un talento così poco produttivo nell'immediato ma fondamentale per afferrare il futuro che sogniamo per noi. I nuovi matti sono le cosiddette persone normali incapaci di essere felici. Ce lo racconta Vittorino Andreoli in La gioia di essere. Per il celebre psichiatra non c’è più una così netta divisione tra i malati clinici e coloro che conducono una vita apparentemente tranquilla sul piano della normalità perché la nostra società è malata e ci conduce verso l’inclinazione della follia. Andreoli analizza così il modus vivendi della maggioranza della popolazione contemporanea risvegliandoci e conducendoci ad una nuova consapevolezza della nostra esistenza. Perché non riusciamo più ad essere felici? Cosa ci è stato portato via? Secondo lo psichiatra assistiamo ad una degenerazione sociale costante che ci porterà verso il baratro della depressione collettiva e dell’insoddisfazione. Ma cambiare è possibile, riappropriandosi di piccole porzioni di felicità. Ogni momento della vita può essere segnato dalle insoddisfazioni, da relazioni interpersonali che non funzionano, da eventi funesti però uscirne è possibile. Prendendo atto di questo intravediamo la speranza e la serenità dietro l’angolo. In una società dove non esiste un vero principio o una vera regola a cui attenersi, si vive allo sbando, senza punti di riferimento. E allora Andreoli suggerisce di riprenderseli quei focus esistenziali che possono aiutarci a vivere meglio. La gioia di essere si pone così come un insieme di utilissimi istruzioni per l’uso di vita che sfiorano la filosofia e la psicologia più importante. Vittorino Andreoli ci riporta verso la felicità e verso una nuova luce.

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