Getta la pietra! Il lager di Gusen-Mauthausen di Rudolf A. Haunschmied, Johann Prinz edito da Mimesis
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Getta la pietra! Il lager di Gusen-Mauthausen

Editore:

Mimesis

Collana:
Mimesis
A cura di:
P. Pozzi , G. Valota
Data di Pubblicazione:
1 giugno 2008
EAN:

9788884837240

ISBN:

8884837243

Pagine:
175
Formato:
brossura
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Descrizione Getta la pietra! Il lager di Gusen-Mauthausen

Gusen, noto e famigerato sottocampo del lager di Mauthausen, è stato definito il cimitero degli italiani per l'elevato numero di deportati italiani che vi trovò la morte. I testi qui pubblicati permettono di ricostruire la terribile storia di schiavizzazione dei deportati di Gusen e di comprendere il clima di terrore instaurato dai nazisti anche nei confronti delle popolazioni civili dei territori da loro occupati. Questo volume vuole contribuire alla memoria storica necessaria per costruire il nostro presente e il nostro futuro e vuole ricordare coloro che, in tempi in cui schierarsi contro il nazismo e il fascismo voleva dire rischiare la vita, non ebbero alcun dubbio su quale parte scegliere fino a morire per la nostra libertà.

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4 di 5 su 1 recensione

Ritorno non gradito.Di c. monica-11 luglio 2011

Poco conosciuto, pochi i sopravvissuti e rare le testimonianze della popolazione ariana che ben sapeva di questo Lager di sterminio. Si costruisce questo campo a ridosso di centri abitati in Austria, contadini, bambini ed operai assistono spesso al massacro e allo scempio di questi corpi ricoperti di sola pelle e stracci. Vedono e devono tacere, il piu' piccolo aiuto o solo uno sguardo a questi uomini, e si finisce a soffrire e morire con loro. Il terrore, tutti tacciono. Ritornon no gradito, nel gergo nazista significa: " Il prigioniero non deve uscire vivo dal campo, prigioniero scomodo, condannato a morte col lavoro coatto". E' maggio 1945, Hitler e' gia' morto, le SS sono in vergognosa fuga, gli Alleati sono alle porte del Lager, ma l'ordine di Berlino e' esplicito: " Uccidere tutti i prigionieri, uccidere anche la popolazione dei centri abitati nei paraggi, nessun sopravvissuto, nessuno deve raccontare".