Fun home. Una tragicommedia familiare di Alison Bechdel edito da Rizzoli
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Fun home. Una tragicommedia familiare

Editore:

Rizzoli

Collana:
24/7
Traduttore:
Recchiuti M.
Data di Pubblicazione:
20 giugno 2007
EAN:

9788817016087

ISBN:

881701608X

Pagine:
236
Formato:
brossura
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Descrizione Fun home. Una tragicommedia familiare

Alison ha amato e temuto suo padre Bruce, un uomo enigmatico, distaccato, perfezionista. Gli altri membri della famiglia non sono da meno: a casa Bechdel la dedizione all'arte nelle sue varie espressioni, e il consolatorio appagamento che può offrire, hanno sostituito il calore e il nutrimento di una vera "casa". La distanza tra padre e figlia potrebbe finalmente dissolversi quando i due si confessano il segreto che li accomuna, l'omosessualità. Questo spiraglio verso una più profonda comunione, però, si richiude drasticamente: Bruce muore, forse per un tragico incidente o forse per un atto disperato. Alla figlia non resta che immergersi in un viaggio nella memoria, penoso e appassionato al tempo stesso, per ricomporre e rielaborare la propria storia e quella della sua famiglia. "Fun Home" è il diario di questo viaggio, un memoir a fumetti in cui la ricchezza dei testi dialoga con l'eloquenza del disegno. Alison Bechdel sa fondere la finezza dell'ironia, delle citazioni, dei riferimenti letterari con la brutale onestà necessaria per raccontare le tensioni sotterranee della vita familiare e i conflitti che accompagnano la presa di coscienza della propria identità sessuale. "Fun Home" è la prova della maturità di una narratrice. E un esempio della potenza espressiva del graphic novel contemporaneo.

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2 di 5 su 1 recensione

Fun homeDi C. Omar-8 novembre 2010

Gran delusione: mi aspettavo il capolavoro e mi sono ritrovato di fronte ad un volume lento, pretenzioso, autoreferenziale, vuoto. Nella storia narrata dalla Bechdel manca l'amore, quell'amore che affiora soltanto nell'ultima bellissima tavola. Per il resto troppe citazioni campate in aria (soprattutto quelle su Proust che sembrano tratte da Wikipedia e non dalla Recherche), troppo "io" e basta, troppa freddezza, troppo vuoto. Tutto puzza di finto, di autocompiacimento. Ci sono dei passaggi interessanti, per carità, ma il paragone con capolavori come Maus, Persepolis o Blanketts è improponibile. E non mi ha fatto ridere (non che mi aspettassi tutte queste risate, sia chiaro).