La follia improvvisa di Ignazio Rando
- Editore:
Bompiani
- Collana:
- Narratori italiani
- Data di Pubblicazione:
- 17 ottobre 2007
- EAN:
9788845259456
- ISBN:
8845259455
- Pagine:
- 146
- Formato:
- brossura
Trama La follia improvvisa di Ignazio Rando
Ferrara, periodo fascista. Ignazio Rando, impiegato modello noto per l'irreprensibile precisione con cui copia i documenti a lui affidati, una mattina, del tutto inaspettatamente, si alza dalla scrivania, sale in piedi sul banco dell'ufficio, lo percorre tutto, e se ne va davanti agli occhi esterrefatti dei presenti. L'ufficio non sa come reagire ed è il più ambizioso e meschino dei colleghi di Rando - tale Gargioni - a farsi carico di capire cosa sia successo. Mentre Rando gira per la città in stato confusionale, Gargioni va dunque a casa sua, dove scopre una stanza segreta piena di cartoncini su cui, maniacalmente, Rando registrava migliaia di sogni. Leggendo i sogni di Rando, spesso di argomento erotico e/o mortuario, Gargioni e il capoufficio si convincono che l'uomo sia un pazzo pericoloso, da denunciare alla polizia quanto prima. Di sicuro, è il capro espiatorio migliore per l'incendio che di lì a poco scoppierà...
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La follia improvvisa di Ignazio Rando-14 novembre 2010
Ignazio Rando e' quel che si dice un impiegato modello, decenni passati alla stessa scrivania nel suo ufficetto alla Conservatoria. Una mattina qualcosa in lui si spezza, sale in piedi sulla scrivania, poi sul banco del pubblico e senza proferire parola si avvia all'uscita. Il Conservatore, archetipo del capo-burocrate, ordina al ragionier Garbioni di fare luce sulla bizzarra vicenda. L'autore ci guida da un lato nella ricerca dei due burocrati, tutti presi in un gioco a due fatto di perbenismo, rivalsa, apparenze, rancore, e dall'altro nel nuovo sentire di Ignazio Rando, che muove ormai verso il lato oscuro che si cela forse in tutti noi. Storia di follia, ma anche storia di un amore perso nel passato, di meschinita', di conflitti, di piccoli e grandi poteri. Un romanzo che mi ha ricordato molto, per atmosfere e stile, "Un borghese piccolo piccolo" di Cerami (sara' che l'ho letto da pochi giorni: -) ) , pero' in salsa buzzatiana. Complimenti a Dario Franceschini, che dopo il lirismo rurale di "Nelle vene quell'acqua d'argento" sforna un'altra bella prova, da narratore vero (evidentemente le follie della politica sono fonte d'ispirazione) .