I fogli del capitano Michel di Claudio Rigon edito da Einaudi
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I fogli del capitano Michel

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
29 maggio 2009
EAN:

9788806194543

ISBN:

8806194542

Pagine:
201
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama I fogli del capitano Michel

Alcuni anni fa, mentre stava lavorando al progetto di un libro fotografico, Claudio Rigon ritrova in un museo della sua città alcune piccole fotografie di soldati insieme a carte, lettere, quaderni, documenti: tutto è intestato a un certo capitano Michel. Vi sono anche delle buste contenenti molti fogli ripiegati. Dicono di pattuglie in perlustrazione nella notte davano alle trincee austriache, dell'arrivo del rancio, di un bombardamento, di morti. Dicono che si è davanti al Monte Ortigara. Sono fonogrammi, i messaggi con cui alcuni reparti di un battaglione alpino si erano comunicati disposizioni e informazioni. Vanno dal 24 giugno al 24 luglio del 1916. Il capitano Michel, appena promosso, era giunto allora a prendere il comando di un battaglione decimato, rimasto senza ufficiali. Nella vita civile era insegnante di storia e filosofia. Dopo aver letto tutti quei fogli Claudio Rigon li ha incrociati, messi in ordine, ha inquadrato ogni dettaglio nel contesto. E soprattutto li ha fatti parlare, sfiorandoli con una voce calibrata, esatta, mai invadente e mai retorica, che da forza e collante al racconto.

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5 di 5 su 2 recensioni

I fogli del capitano MichelDi g. marco-5 luglio 2011

Concordo col recensore precedente: questo è sicuramente il miglior libro dell'anno scorso. Un libro magistrale, capace di dare vita ad un mondo, capace di far sentire come non mai il "modo" con cui era fatta, percepita, la guerra. Capace di suscitare affetto verso quegli uomini di cui non restano che brevi messaggi, di restituire loro la vita. Un libro che riesce ad evocare i luoghi, le situazioni, con un'intensità sconcertante. Un libro che insegna a leggere dietro le parole. L'autore racconta anche di sè, della sua ricerca, delle sensazioni suscitate dalle singole righe, e così insegna a leggere un testo, insegna la curiosità, trasmette la sensibilità per il non detto, per l'allusione. Ci vuole un artista dar vita ad per un libro così, e infatti Rigon è un fotografo, e come un fotografo sa cogliere il particolare impercettibile nella parola, nel tono.

I fogli del capitano MichelDi S. Lucia-10 aprile 2011

Un'ottima introduzione per chi volesse cominciare a leggere questo autore. Senza tema di esagerare: sinora, il libro più affascinante del 2010. L'autore trova per caso un fascio di fonogrammi risalenti tutti al periodo fra il giugno ed il luglio 1916, facenti parte del lascito della vedova del Capitano Ersilio Michel, comandante del Battaglione Argentera, in quel periodo di stanza sul Monte Ortigara. E sulla base di quei pezzetti di carta, scritti frettolosamente, ma sempre in una forma impeccabile, tenta di ricostruire le vicende cui gli scarni messaggi alludono. Un libro magistrale, capace di dare vita ad un mondo, capace di far sentire come non mai il "modo" con cui era fatta, percepita, la guerra. Capace di suscitare affetto verso quegli uomini di cui non restano che brevi messaggi, di restituire loro la vita. Un libro che riesce ad evocare i luoghi, le situazioni, con un'intensità sconcertante. Un libro che insegna a leggere dietro le parole. L'autore racconta anche di sè, della sua ricerca, delle sensazioni suscitate dalle singole righe, e così insegna a leggere un testo, insegna la curiosità, trasmette la sensibilità per il non detto, per l'allusione. Ci vuole un artista dar vita ad per un libro così, e infatti Rigon è un fotografo, e come un fotografo sa cogliere il particolare impercettibile nella parola, nel tono. Ed il suo tentativo di ricostruire lentamente, da un fascio di pezzi di carta, una storia compiuta è ammaliante ed entusiasma, fornisce la cartina tornasole per la fretta superficiale con cui generamente ci si avvicina al testo scritto. Una meraviglia, un libro da leggere e rileggere, su cui meditare. Un libro che fa venir voglia di correre sul Monte Ortigara, a cercare come lui i segni delle trincee, le mulattiere, le distese inavvicinabili di pini mughi...