Firmino. Avventure di un parassita metropolitano di Sam Savage edito da Einaudi
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Firmino. Avventure di un parassita metropolitano

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Data di Pubblicazione:
18 aprile 2016
EAN:

9788806228088

ISBN:

8806228080

Pagine:
186
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Trama Firmino. Avventure di un parassita metropolitano

Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio.

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2 di 5 su 48 recensioni

TenerissimoDi v. stefania-19 febbraio 2017

Firmino, il topolino amante dei libri, è entrato subito nel cuore dei lettori... è comico e non compreso dagli altri topi, umanizzato nelle sue sfaccettate emozioni. Il romanzo contiene una grande grande quantità di citazioni letterarie ma si legge facilmente, non ha grandi pretese ed che è nel complesso coinvolgente e tenero.

Pellegrino immaginarioDi M. Simone-16 giugno 2013

"Pellegrino immaginario" è il nome che darei a Firmino, proprio come lui da nomi a tutte le cose e le persone che incontra, la mongolfiera, il dromedario, il ballatoio. Nasce in uno scantinato di una libreria in un quartiere decadente. Lui è diverso da tutti i suoi fratelli, fisicamente sgraziato, la testa enorme, appena nato con gli occhi già aperti con cui indaga e reinventa il mondo circostante. Cresce e vive in mezzo ai libri e i personaggi di questi diventano i suoi compagni di viaggio e lui uno di loro. Studia, cresce, s'illude di poter avere un rapporto sincero con gli esseri umani, soffre e invecchiando si disaffeziona a quel mondo morente che è il quartiere. Nel finale mi ricorda "La leggenda del pianista sull'oceano", tristissimo direte voi, invece lo trovo di una gioia di vivere infinita. Spiritoso, cinico e sognatore, Firmino ci insegna che non c'è bisogno d'essere ricchi e avvenenti per essere felici.

ScialboDi L. Mara-26 marzo 2012

Comprendo che la storia è prima di tutto la storia di un lettore, ma purtroppo si tratta di un lettore per cui provo scarsa empatia. Un lettore che, piuttosto che trasmettermi l'intensità della passione che ci accomuna, la tratta quasi come un fardello. Io non vedo la lettura e il mio amore per quest'ultima come una voragine che mi allontana dai miei simili, al contrario, la concepisco come uno strumento d'accesso alla complessità della realtà e come un piacere in grado di elevare l'esistenza ANCHE in uno stato di degrado ed emarginazione. Tutto sommato, non mi sono pentita di averlo letto, se non altro perché, seppur in negativo, mi ha spinto a interrogarmi su quale fosse realmente, per me, il senso del mio amore per la lettura.

FirminoDi V. Gianmaria-20 marzo 2012

Un libricino debole debole, che ho letto in una giornata e che al termine mi ha lasciato mezzo sorriso e poco più. Un buon inizio, con un andamento abbastanza scorrevole, non salva il resto, a volte logorroico, a volte inconcludente, a volte noioso. Non so spiegarmi il suo immenso successo, non mi sono sentito mai coinvolto durante la lettura, e non c'è quasi nulla di particolarmente originale. Dimenticabile.

Così cosìDi A. Gianluca-15 marzo 2012

Una favola particolare che di favola non ha poi molto. Firmino è un topo che si nutre di libri, e scopra che più i libri sono belli più sono buoni. Così veniamo sommersi da innumerevoli citazioni che se non sono fini a se stesse hanno il solo scopo di ostentare la cultura dell'autore. Il romanzo nel complesso è piacevole, ma non convince pienamente.

TeneroDi m. claudia-14 marzo 2012

Dolce, tenero e un pò malinconico... Un libro consigliatissimo di uno scrittore con tante cose da dire! L'ho interpretato come un romanzo di formazione, vicino per certi versi a un altro capolavoro ("Gli scarafaggi non hanno re") , in cui viene ribaltata la prospettiva: non è il mondo a guardare e calpestare il "parassita", ma quest'ultimo a raccontarci delle crudeltà e delle difficoltà del nostro mondo. Fantasia e creatività fanno di questo piccolo romanzo un libro difficile da non amare!