Firmino. Avventure di un parassita metropolitano di Sam Savage edito da Einaudi
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Firmino. Avventure di un parassita metropolitano

Editore:

Einaudi

Illustratore:
Krahn F.
Traduttore:
Santangelo E.
Data di Pubblicazione:
29 aprile 2008
EAN:

9788806192587

ISBN:

8806192582

Pagine:
179
Formato:
brossura
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Trama Firmino. Avventure di un parassita metropolitano

Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio.

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2 di 5 su 20 recensioni

TenerissimoDi v. stefania-19 febbraio 2017

Firmino, il topolino amante dei libri, è entrato subito nel cuore dei lettori... è comico e non compreso dagli altri topi, umanizzato nelle sue sfaccettate emozioni. Il romanzo contiene una grande grande quantità di citazioni letterarie ma si legge facilmente, non ha grandi pretese ed che è nel complesso coinvolgente e tenero.

Hai rotto la ruota!Di C. Giuseppe-22 febbraio 2012

La storia di questo piccolo topo metropolitano poteva essere molto interessante... Davvero. Invece questo topo prolisso all'inizio interessa, a tratti diverte, ma poi inizia a girare nella sua ruota da cavia e prima annoia, poi rompe, e alla fine rovina miseramente al suolo come il quartiere descritto nel finale. Un bel gioco dura poco Firmì!

FirminoDi l. silvio-4 agosto 2011

Attendevo una bella favola moderna e invece mi sono ritrovato con in mano un pugno di mosche, il topo di biblioteca che è realmente un topo. Che divora i libri, in senso letterale e non figurato come me. E dei libri riconosce il sapore, il gusto dello scrivere. Tanto che quando incontra del cibo (in special modo dell'insalata) poi alla scrittura lo ri-paragona. Detto ciò, e quindi parlatone, in fin dei conti, in modalità positiva, come romanzo mi lascia freddo. L'apologo della vita del topo, del suo nascere in un mondo pervaso di libri, vivere in una libreria, cercare l'evasione nel mondo della celluloide, e trovare come compagni soltanto umani un po' disadattati, ecco non mi coinvolge. Firmino dovrà assistere alla distruzione della libreria per opera delle ruspe comunali per permettere l'attuazione di un nuovo piano edilizio. La sensibilità intellettuale lascia spazio al pragmatismo, la cultura al rinnovamento urbanistico, emblema della modernità che avanza lasciandosi alle spalle solo il ricordo di una bellezza che non c'è più. L'unico forte messaggio che condivido con Savage, è che esiste poi qualcosa che nessun rinnovamento edilizio potrà mai abbattere: la fantasia. In ogni caso, l'ho letto con fatica, quasi trascinandomi verso la fine. Dovremmo parlarne un altro po' , per sentire altre campane, che magari mi facciano scorgere qualcosa che io ho forse preso sotto gamba.

Pellegrino immaginarioDi M. Simone-4 agosto 2011

"Pellegrino immaginario" è il nome che darei a Firmino, proprio come lui da nomi a tutte le cose e le persone che incontra, la mongolfiera, il dromedario, il ballatoio. Nasce in uno scantinato di una libreria in un quartiere decadente. Lui è diverso da tutti i suoi fratelli, fisicamente sgraziato, la testa enorme, appena nato con gli occhi già aperti con cui indaga e reinventa il mondo circostante. Cresce e vive in mezzo ai libri e i personaggi di questi diventano i suoi compagni di viaggio e lui uno di loro. Studia, cresce, s'illude di poter avere un rapporto sincero con gli esseri umani, soffre e invecchiando si disaffeziona a quel mondo morente che è il quartiere. Nel finale mi ricorda "La leggenda del pianista sull'oceano", tristissimo direte voi, invece lo trovo di una gioia di vivere infinita. Spiritoso, cinico e sognatore, Firmino ci insegna che non c'è bisogno d'essere ricchi e avvenenti per essere felici.

Amaro e divertenteDi r. paolo-16 dicembre 2010

Non è sicuramente un capolavoro, ma a me è piaciuto: il mondo visto dagli occhi di un topo, divoratore di libri, con una grande intelligenza alla quale si aggrappa per rendere la vita meno amara, la stessa intelligenza che lo rende consapevole di essere nient'altro che un topo. A tratti amaro e divertente, sicuramente una lettura leggera.

Cosa vuol dire amare la letturaDi p. alessia-2 dicembre 2010

Un libro corto, delicato e allo stesso tempo interessante. Fa sorridere e apprezzare una creatura difficilemte amata, il topo. L'amore per i libri dello stravagante protagonista ti accompagna in poche ma piacevoli ore di lettura. Una storia fantasiosa e emozionante. Forse non un caso letterario, ma sicuramnte da leggere.