La fine delle buone maniere
- Editore:
Longanesi
- Collana:
- Biblioteca di narratori
- Data di Pubblicazione:
- 20 settembre 2007
- EAN:
9788830424678
- ISBN:
8830424676
- Pagine:
- 293
- Formato:
- rilegato
Trama La fine delle buone maniere
Maria, una donna apparentemente fragile, preferisce fotografare cibi anziché persone. Suo malgrado, un'agenzia internazionale la sceglie per testimoniare le storie di donne afgane che tentano di sottrarsi ai matrimoni combinati dai loro padri-padroni. Partirà al fianco dell'inviata di guerra inglese di origine sudamericana Imo Glass, più smaliziata ed estroversa. Prima della partenza le due donne sono tenute a seguire un corso di addestramento in Inghilterra per imparare a sopportare e reagire alle difficili situazioni in cui potrebbero restare coinvolte, ma appena arrivate a destinazione - un villaggio in un'area tribale pashtun - si renderanno subito conto che tutto quello che pensavano di sapere non serve a nulla in Afghanistan. Per 180 dollari al giorno, un giornalista locale eclettico e gentile farà loro da interprete, le introdurrà nel mondo afgano con tutte le sue violenze e contrasti, mentre le due frequentano gli occidentali presenti a Kabul. Sperimenteranno così non solo gli aspetti più retrivi di una cultura remota, ma anche la violenza e la durezza insite nel rapporto uomo-donna in Occidente.
Recensioni degli utenti
Niente di eccezionale-22 aprile 2011
Avevo letto l'altro romanzo di Francesca Marciano: "Casa Rossa", molto bello e di cui senz'altro consiglio la lettura. Questo libro, invece, mi ha molto deluso. Anche perché lo spunto da cui parte è senz'altro interessante e poteva essere sviluppato in modo più appassionante per il lettore.
Deludente-12 aprile 2011
Un testo che mi ha molto deluso, soprattutto a seguito della lettura di "Casa rossa", quello che considero il vero capolavoro di Francesca Marciano. Anche in questo caso ci troviamo dinanzi ad una storia di donne. Una fotografa ed una giornalista, caratterialmente molto diverse tra loro, si troveranno a dover affrotare un viaggio in Afghanistan ed un reportage sui matrimoni combinati tipici di quel paese. Non lo consiglio.