Trama Mio figlio in casa famiglia
Ogni storia ha la sua conclusione. Un romanzo, un film, una interminabile fiction, quando le vicende del racconto sono tutte definitivamente collocate al loro posto, sono licenziati con la parole fine. La parola può, come sappiamo, mettere il suo suggello ad una vicenda triste o lieta. L'animo di chi l'ha seguita se ne lascia forse influenzare, reagisce in qualche modo di fronte alla conoscenza dei fatti, alla loro sequenza in cui si alternano momenti drammatici e momenti di calma. Il finale, però, non sembra avere alternative: è quello che è, non altro. Per una stessa storia si possono immaginare finali diversi, ma quello scelto e soltanto quello conta: gli altri non hanno più ragion d'essere quando di tanti uno solo, infine, è necessario scegliere. La fine di una storia, il finale di una storia raccontata o rappresentata, possono lasciare insoddisfatti. Il lettore, o lo spettatore, o il semplice osservatore delle vicende grandi e piccole della realtà quotidiana può costruirsene uno sulla misura delle sue aspettative, ma tradendo la realtà dell'esistenza quotidiana o, anche, quella del racconto d'immaginazione.... (Dalla postfazione di Luigi Scorrano).