La figlia del reverendo
- Editore:
Neri Pozza
- Collana:
- I narratori delle tavole
- Traduttore:
- Mingiardi V.
- Data di Pubblicazione:
- 25 novembre 2010
- EAN:
9788854504493
- ISBN:
8854504491
- Pagine:
- 317
- Formato:
- brossura
Trama La figlia del reverendo
Dedmayne è un villaggio insignificante nelle contee orientali dell'Inghilterra. Non ha una vita sociale degna di questo nome. Non c'è gente altolocata, né le solite ricche bigotte che possano contribuire alle necessità della canonica. Il reverendo Jocelyn ha ormai ottantadue anni. È un vecchio accidioso e risentito che vive con la figlia Mary. Mary è nata lì e non ha quasi mai lasciato il circondario. Un giorno, però, si trasferisce nelle vicinanze il figlio di un vecchio amico del padre, Robert Herbert. E tutte le emozioni, soffocate nel corso degli anni vissuti all'ombra della canonica fra dispute anti-papiste e dottissime letture di Tertulliano, riemergono con forza, per la figlia del reverendo, in un'attrazione mai provata prima. Mary sembra rifiorire e diventare "sempre più una persona come tutte le altre". Fa amicizia con Kathy, una donna elegante e spigliata, si apre alla piccola costellazione di donne del villaggio, raggiunge Londra, si lascia estorcere un bacio adulterino da Robert Herbert. La finestra che si apre, tuttavia, sul mondo esterno si richiude subito. Trame scartate, brevi interludi, infelicità coniugali, Mary non tarda a scoprire di essere fuori posto nella modernità, "una zitella anglicana" capace di vivere soltanto a Deadmayne, dove gli anni scorrono sempre uguali, ma dove tutto si aggiusta.
Recensioni degli utenti
Prima di Orwell-30 novembre 2011
Scritto numerosi anni prima del quasi omonimo libro di G. Orwell, tratta pressoché gli stessi temi, ossia il malesseredisagio della figlia di un pastore anglicano. La tematica ha radici profonde e si traduce in una letteratura articolata, sempre interessante. Inoltre l'autrice ebbe l'aiuto dei coniugi Woolf, nella pubblicazione del libro; c'è da chiedersi di quanto, nel suo lavoro successivo, il grande Orwell sia debitore a quest'opera. Fermo restando che dall'arte nasce altra arte. Semmai, una piccola critica va fatta alla traduzione del titolo in italiano, che induce a confondere questo romanzo con quello di Orwell, successivo, d'accordo, ma quasi altrettanto distante dai nostri giorni. Poiché l'uno suona come LA FIGLIA DEL PRETE e l'altro come LA FIGLIA DEL RETTORE, penso che si sarebbe potuto trovare una formula idonea a distinguere due libri vicini nel tempo e nei temi, e che tuttavia, hanno soluzioni e soprattutto toni ben differenti.