La figlia di Agamennone di Ismail Kadaré edito da Longanesi

La figlia di Agamennone

Editore:

Longanesi

Traduttore:
Bruno F.
Data di Pubblicazione:
8 novembre 2007
EAN:

9788830424043

ISBN:

8830424048

Pagine:
109
Formato:
rilegato
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Trama La figlia di Agamennone

Una storia avvincente e indimenticabile sulla crudeltà del potere e il prezzo che l'individuo è costretto a pagare. Sfilata del primo maggio a Tirana: in una delle tribune delle autorità un invitato, l'anonimo io narrante, ha all'improvviso l'impressione di scorgere, tra gagliardetti e ritratti di alti dirigenti, il volto dell'antico comandante greco Agamennone. Allucinazione? O piuttosto effetto del dolore di un uomo appena abbandonato dalla donna amata, Suzanna, figlia di un alto dirigente di partito destinato a succedere al capo assoluto? La figura mitologica del comandante disposto a sacrificare gli affetti familiari per la ragion di stato è la chiave lettura di una sconvolgente storia d'amore distrutta dalla crudele macchina del potere.

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2 di 5 su 1 recensione

La figlia di AgamennoneDi L. Michele-4 agosto 2011

L'autore di origini albanesi è dato come uno dei favoriti per il nobel della letteratura 2011, l'operazione molto intellettuale della pubblicazione, ora, di questo testo di venticinque anni fa. Quindi con uno sguardo da antropologo, che vede i comportamenti pre "caduta del muro", e cerca di capire come ci si muoveva in quei contesti. Kadaré mette in ballo tutta l'allegoria del potere che opera al meglio per perpetuare sé stesso, inscenando un regime in cui il filo connettivo non è altro che la paura. Inserisce due o tre bozzetti di ascesa e caduta all'interno del regime che sarebbero da ridere se non fossero di un'assoluta tragicità. Finire nelle prigioni albanesi, senza un reale perché, in un mondo che fa di Kafka l'emblema costitutivo. Il tutto collegato dal problema del protagonista che viene mollato dalla sua bella per la ragion di Stato, e che cerca di "tragediarsi" ammantando la sua sconfitta con i paludamenti della grecità di Agamennone. Certo, lui ci dà la sua soluzione: il sacrificio di un proprio caro, consente al potere di chiedere e di ottenere il sacrificio di tutti (unendo poi Henver a Josip) . Ma che operazione datata! Non è che si guarda all'85 con l'occhio del duemila. Si è dentro fino al collo in quell'atmosfera. Capisco che avrebbe avuto delle difficoltà insormontabili ad essere pubblicato, ma, altra domanda retorica, come ha fatto con tanta lucidità a rimanere fuori da quasi tutto? E ancora, la sua biografia (vedi sotto) qualcosa spiega, ma per tornare al testo, è di una lugubre elencazione di passi irrinunciabili, che mi domando se riuscirò mai a leggere altro. Un grido si è levato a metà libro e non mi ha più mollato: che palle!