Fame di Knut Hamsun edito da Edizioni Clandestine
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Fame

Collana:
Highlander
Traduttore:
Kolbe C.
Data di Pubblicazione:
1 ottobre 2015
EAN:

9788865965672

ISBN:

8865965673

Pagine:
174
Formato:
brossura
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Trama Fame

Fame, romanzo che ha dato la notorietà ad Hamsun, narra la discesa di un giovane ed egocentrico scrittore nel tunnel della pazzia, i suoi deliri e le sue amare riflessioni, mentre vaga per la capitale norvegese accompagnato dalla più temibile antagonista: la fame. In un racconto parzialmente autobiografico, che si rivela di un'attualità sorprendente, Hamsun si propone di informare il lettore del difficile percorso che uno scrittore deve affrontare, dei "tanti rifiuti, le promesse dette a mezza voce, i molteplici no, le speranze illusorie".

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3 di 5 su 6 recensioni

Fame metafisicaDi R. Lidia-28 marzo 2012

Tra alti e bassi, composti di piccole soddisfazioni e grande povertà. Una vita semplicemente sognata, farò... Diventerò... Mille potenzialità mai portate al termine. Una generosità infinita anche nelle difficoltà della miseria. Sommariamente realistico, i sintomi fisici e psicologici del dimagrimento per fame. I deliri e le sofferenze sono descritti con tale abilità da farteli provare. Proverete anche voi la fame... Fame d'Amore, d'amicizia, di compagnia, di compassione, e non ultima la fame fisica onnipresente.

Fame di hamsunDi l. Maria-4 luglio 2011

Nelle nebbie di Christania si muove quest'oscuro figlio del novecento. Il freddo e la pioggia del nord Europa, la disumanità di una città senza nome, la cattiveria dell'ambulante, delle padrone di casa, dei conoscenti che si salutano in piazza: sono solo il contorno delle giornate terribili che consuma il protagonista. Dilaniato dai morsi di una fame che non è letteraria, il poveraccio alla fine fa l'unica cosa giusta: smette di scrivere per i giornali e si imbarca. Una morale che dovrebbe andare di moda ancora oggi...

FrammentarioDi P. IRENE-19 marzo 2011

Nonostante risulti frammentario e poco scorrevole alla lettura il libro risulta interessante e anche toccante in un certo senso. Uno scrittore in preda alla febbre debilitante della fame, una fame con cui convive e per la quale vive in cerca di soddisfarla in qualche modo. Non è solo una fame fisica, soprattutto fisica, ma una fame di riconoscimento delle proprie qualità di scrittore, la stessa fame che offre la forza e la capacità di scrivere di essa e la stessa passione che lo priva allo stesso modo della forza e della capacità di soddisfare il bisogno primario quindi, di guadagnare pur di mangiare qualcosa.

Fame...Di g. Tommaso-12 febbraio 2011

Non c'è fascino, non c'è sregolatezza nella quotidiana vita di questo fratello minore di Fante Bandini. Il freddo e la pioggia del nord Europa, la disumanità di una città senza nome, la cattiveria dell'ambulante, delle padrone di casa, dei conoscenti che si salutano in piazza: sono solo il contorno delle giornate terribili che consuma il protagonista. Dilaniato dai morsi di una fame che non è letteraria, il poveraccio alla fine fa l'unica cosa giusta: smette di scrivere per i giornali e si imbarca. Una morale che dovrebbe andare di moda ancora oggi...

Fame.Di A. silvio-29 ottobre 2010

di certo è un capolavoro letterario, anche se la lettura non è facile nè scorrevole. ad ogni modo, per rispetto a John Fante che accenna all'opera di Hamsun in modo positivo, ho provato ad apprezzare anch'io "Fame" ma non credo di esserci riuscita.

Fame.Di M. Gina-29 settembre 2010

Romanzo intenso, crepuscolare e precursore di un intero genere letterario che avrà nell'Uomo Senza Qualità di Musil il suo rappresentante più significativo. Storia che si dipana a cavallo di una visione onirica e disperata di un'esistenza condizionata in ogni suo più piccolo anfratto dal dolore dell'anima e da quello del corpo. Una società che rifiuta l'onestà intellettuale e quella morale, così come la solidarietà per coloro che ne vivono ai margini; un'anima prigioniera del rifiuto di un'esistenza in cui il compromesso sia la regola e la solidarità l'eccezione. La fame del corpo come metafora di quella del cuore, silenzioso supplizio a volte ricercato da una volontà che non vuole una pace che non riconosce come tale. In fondo all'Abisso dell'annientamento, la tenue speranza di una fuga verso l'ignoto, verso il mondo possibile, verso l'Utopia. Quando il Nobel non era ancora appannaggio dei guitti.