Falso binario di Divier Nelli edito da Passigli

Falso binario

Editore:

Passigli

Data di Pubblicazione:
11 marzo 2004
EAN:

9788836808526

ISBN:

8836808522

Pagine:
157
Formato:
brossura
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Descrizione Falso binario

Il Carnevale è alle porte. Viareggio si trasforma; si prepara alla festa. In una notte di pioggia battente, Tullio Gentile, sedicente fotografo d'alta moda, viene investito da un treno nei pressi della stazione vecchia. Suicidio o assassinio? Il maresciallo dei Carabinieri Franco Di Martino è costretto a indagare tra rancori familiari, menzogne, debiti e ricatti. E intanto, riaffiora poco alla volta un mistero, un delitto vecchio di settanta anni che sconvolse la città e mai del tutto risolto.

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Falso binarioDi O. Paolo-21 luglio 2011

La storia prende le mosse da un episodio di cronaca realmente accaduto. La squadra di carabinieri che si dirige alla vecchia Stazione Scalo di Viareggio, dove pare che un uomo si sia suicidato in piena notte gettandosi sotto il treno, è formata da un maresciallo grosso come un pachiderma, ex bagnino, goloso di caramelle: Franco Di Martino, e da subalterni che hanno tutti dei nomignoli: Cerino, Tossico, Lord, Piccolo, Ciccio. Si usa un po' dappertutto, ma in Versilia e a Viareggio in modo davvero particolare e simpatico. Una nottata da streghe, la pioggia battente ha infradiciato gli abiti degli investigatori, siamo nei pressi del cavalcavia che si trova davanti alla antica Torre Matilde, una volta una prigione. Il medico legale, Marchi, a prevenire i dubbi del maresciallo: "non sono sicuro che questo tizio si sia ammazzato... ". Il tizio ha un nome: Tullio Gentile, di professione fotografo d'alta moda: "Se d'alta moda si trattava." Scorre sotto i nostri occhi la Viareggio che vive nei pressi del canale Burlamacca e della darsena, ma anche la Viareggio del Carnevale, del quale si ricordano le origini nel lontano 1873, e, ahimè, la Viareggio deturpata dalla criminalità che ne ha fatto il territorio privilegiato delle sue scorribande: violenza, prostituzione, droga, estorsioni, omicidi. Non molto tempo prima, Viareggio, non era così, ci fa intendere l'autore, ed era una "oasi meravigliosa di pace e di bellezza." Poiché il maresciallo ha un archivio dove sono conservati ritagli di giornale raccolti dal nonno, scorrono sotto i nostri occhi episodi delittuosi del passato. Uno di questi, del 1931, in pieno regime fascista, ha molte analogie con il delitto del Cavalcavia. L'autore disegna pazientemente, senza fretta, gli orditi della sua trama con una scrittura lineare, nitida. Sospetti, testimonianze, un giro di foto pornografiche che coinvolge una donna in vista, contribuiscono a tenere viva l'attenzione, finché un colpo di scena ci fa intendere che ci si era incamminati su di un "falso binario".