L' età neobarocca di Omar Calabrese edito da Laterza

L' età neobarocca

Editore:

Laterza

Edizione:
3
Data di Pubblicazione:
1992
EAN:

9788842028871

ISBN:

8842028878

Pagine:
222
Formato:
brossura
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5 di 5 su 1 recensione

Omar Calabrese, tra mille pensanti.Di P. Pierluigi-3 aprile 2012

Un'autocitazione, la vanitas vi faccia esitare più del consueto sul soglio, il mio augurio, e un autodafé. "No, volendo bene ad un'intelligenza, del resto se ne amamo molte di intelligente vive (moltisime, anzi, moltissime, migliaia, migliaia... Per gli amanti del genere, pochissimi invero questi ultimi, per quanto siano molti i sedicenti tali, in ncerca di appartenenza e di greggi di accoglimento) e troppe se ne vanno via presto, non si può nè si deve (di un "es muss sein" laico, eticamente laico, personalmente credo) esisbire, portare e finanche il "fiore all'occhiello" di caproniana memoria, di altra occasione: ma il coté, raffinatissimo e di elitaria, ma nel senso di qualcosa cui ambire, non ritenuta "difficile" e quindi -dai parvenus- ritenuta, meglio, da evitare, il coté era simile, la discussione ad amplissimo spettro, con respiri e meditazioni, riflessione puntualissime, e giocosi procedimenti dialettici, e contronti estroversi, apertissimi, il coté era simile. Era. Sarà ancora? Bah... Forse. E ricordo, oggi, dopo la notizia ferale, guardando questo suo vecchio e illuminante e divertentissimo volume, lavoro di mente non pigra nè assuefatta alla convenzione, per restare in tema scherzosamente, ricordo il saggetto, quasi degno di div entare una mini plaquette, su Micromega, non vorrei sbagliare, l'ho perduto quel numero, era il secondo di Micromega, autunno mi pare, vicino al mio compleanno appunto, e affamato lo lessi, di ritorno dal mio lavoro da appena iscritto all'Università (fu ad agosto l'iscrizione, sì era così) , ed era sul Classico e il Barocco, e si faceva l'esempio di Rambo (erano gli anni del suo inizio mediatico, quello) , si discettava per sommin capi, era soltntao un articolo per la rivista delle "ragioni della sinistra" di P. FLores d'Arcais e il mai saccente ma dotto assai suo compagno di viaggio intellettuale nel periodico, il G. Ruffolo, ora un po' anziano. Si poneva il discrimine tra barocco lato sensu (barocco del resto era tale per i nemici dello stesso, per il barocco storico, intendiamo, e il classico... Il canone classico, insomma. Quel saggetto non ce l'ho più, tra traslochi e dimenticanze. Calabrese, che consocevamo per adolescenziale precoce frequentazione di alfabeta, tra Eco et alii, entusiasmava, generosissimo, e si leggeva anche così. E qui mi fermo. Et de hoc satis, ripeto ancora una volta. ". Pierluigi Pettorosso