L' età dell'innocenza. Ediz. integrale

A contrario di quanto si possa credere questo NON è il romanzo migliore di Edith Wharton, si presenta come un racconto storico d'amore e si fa largo spiegando che spesso i sentimenti falsi prevalgono su quelli veri e sinceri. Tutta via il procedere della vicenda è un pò troppo piatto e banale per i miei gusti.

Questa storia non è fatta semplicemente di comportamenti, di gesti, di sguardi, ma riesce a scolpire inquietudini e convenzioni di una società fatta di apparenze e di appartenenze. Racconta questioni importanti, progetti e qualche impegno frantumarsi qua e là. Racconta al tempo stesso l'essere umano nell'angoscia e nella gioia, che compostamente accarezza le tentazioni di un momento, sempre in agguato. E soprattutto ci svela un'anima in pena, che nasconde la verità davanti a tutti, e rimanda nel tempo, e camuffa il problema, seguendo poi il suo percorso, che passa oltre, vivendo pertanto con atteggiamento di assoluta responsabilità e dignità e saggezza come si conviene per l'intera vita. Ciò che dura e resta è il ricordo lontano e straniero, di una passione che ammutolisce davanti al suo pio impegno quotidiano.

I protagonisti del romanzo sono ingabbiati in uno stretto reticolato di convenzioni sociali e alla fine sono le regole degli altri a decidere per loro. Il finale lascia un po’ d’amaro in bocca. Anche se considerato il lavoro migliore di Edith Wharton a mio giudizio ci sono altre sue opere anche se poco note (Bucanieri, La scogliera) maggiormente coinvolgenti.