Estasi culinarie di Muriel Barbery edito da E/O

Estasi culinarie

Editore:

E/O

Traduttore:
Caillat E., Poli C.
Data di Pubblicazione:
3 marzo 2010
EAN:

9788876418921

ISBN:

887641892X

Pagine:
139
Formato:
brossura
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Trama Estasi culinarie

Nel signorile palazzo di rue de Grenelle, già reso celebre dall'"Eleganza del riccio", monsieur Arthens, il più grande critico gastronomico del mondo, il genio della degustazione, è in punto di morte. Il despota cinico e tremendamente egocentrico, che dall'alto del suo potere smisurato decide le sorti degli chef più prestigiosi, nelle ultime ore di vita cerca di recuperare un sapore primordiale e sublime, un sapore provato e che ora gli sfugge, il Sapore per eccellenza, quello che vorrebbe assaggiare di nuovo, prima del trapasso. Ha così inizio un viaggio gustoso e ironico che ripercorre la carriera di Arthens dall'infanzia ai fasti della maturità, attraverso la celebrazione di piatti poveri e prelibatezze haute cuisine. A fare da contrappunto alla voce dell'arrogante critico c'è la nutrita galleria delle sue vittime (i familiari, l'amante, l'allievo, il gatto e anche la portinaia Renée), ciascuna delle quali prende la parola per esprimere il suo punto di vista su un uomo che, tra grandezze pubbliche e miserie private, sembra ispirare solo sentimenti estremi, dall'ammirazione incondizionata al terrore, dall'amore cieco all'odio feroce. Il romanzo d'esordio di Muriel Barbery.

Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 13 recensioni

Fa venire l'acquolina!Di c. donatella-30 marzo 2012

Col suo inconfondibile stile colto e raffinato, ancora una volta, come avvenuto con "L'eleganza del riccio" Muriel Barbery è riuscita a conquistarmi! E questa volta lo ha fatto raccontando una storia che fa letteralmente venire l'acquolina in bocca! L'autrice, infatti, si addentra in minuziose e approfondite descrizioni di succulenti ricette gastronomiche che, in alcuni casi, rasentano il limite della poesia. Romanzo che non ci si può assolutamente perdere se si ama lo stile letterario della Barbery.

AppetitosoDi R. Cristina-2 febbraio 2012

Acquistato senza troppa convinzione per ingannare il tempo durante un noioso viaggio in autobus, mi ha catturato pian piano e infine conquistata. Con la solita discutibile politica editoriale italiana è stato pubblicato in seguito a L'eleganza del riccio, ma in realtà è antecedente e l'ordine di lettura andrebbe rispettato.

Estasi culinarieDi v. Federico-29 luglio 2011

La prima opera dell'autreice mi aveva colpito, questa invece mi ha sorpreso in negativo. Cominciamo dal titolo orrendamente tradotto: "Une gourmandise" l'avrei reso con "Una ghiottoneria" che è quella che va cercando il grande esperto di cucina sul suo letto di morte. Perché le estasi culinarie ci sono, vero, ma sono il filo su cui scorre il racconto. Una serie di siparietti in cui il sempre grande critico ci fa immergere in sapori, trovando le auliche parole per raccontarli. Ma non si capisce (o non capisco io) quanto ci sia di ironico (perché l'uso di quelle metafore potrebbe indurre) e quanto di falsamente vero.

Estasi culinarieDi c. maria-10 luglio 2011

Il romanzo di esordio dell'autrice dell'Eleganza del riccio, con la sua scrittura veritiera e particolareggiata con questo libro rende partecipe il lettore nella ricerca del "sapore per eccellenza" che uno chef di fama internazionale prima del trapasso cerca di ritrovare attraverso un viaggio gustoso che ripercorre la sua carriera e i piatti tipici dell'arte povera.

Estasi culinarieDi O. Marco-7 luglio 2011

Leggerlo è quasi una rivincita per tutte le persone costrette a dieta. E' un'esaltazione delle filosofia del gusto e del carpe diem anche parossistica, che se ne frega del colesterolo, trigliceridi, glicemia, etc. Questa esaltazione è fortemente messa in risalto anche dalla filosofia di vita del protagonista che ignora moglie, figli, famiglia a tutto vantaggio della sua visione epicurea della vita.

Attenzione, questo romanzo fa venire l'acquolina!Di B. Micaela-26 marzo 2011

Quando le estasi culinarie diventano delirio dei sensi e il semplice evocare ricordi di cibi prelibati manda in deliquio il palato, assumendo quasi un carattere lussurioso. 74 pagine senza dialoghi. Un alternarsi di streams of consciousness che legano il protagonista, critico gastronomico di fama internazionale in punto di morte, ad una serie di personaggi - familiari, amanti e amici - per delinearne la personalità e per ripercorrere, attraverso i cibi da lui amati di più, la sua vita di raffinato palato e terrore degli chef. L'abilità dell'autrice nel dar voce alle papille gustative del protagonista è davvero notevole. Non è difficile riconoscere nella propria bocca il sapore di un sorbetto all'arancia o di un'anatra laccata alla pechinese. Così come è notevole il suo modo di dar voce ai pensieri dei personaggi (persino dando voce ad un gatto) , srotolandoli in un unico filo che non annoia. 3 stelle per definirlo carino. Un assaggio di quello stile che si ritroverà ne "L'eleganza del riccio".