L' eroe tragico moderno. Faust, Amleto, Otello

"La vita ferve intorno a questi eroi, ma essi, che hanno in sé la propria fine, non la vedono; davanti a loro c'è la Sfinge; vivono in una sorta di nebulosa, di illusoria creazione della mente; il mondo reale per loro non esiste: è un mondo buio perché il sole, come scrive John Donne, si è spento".L'eroe della modernità cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. Esso è per lui un enigma, una Sibilla i cui fogli pervicacemen-te fraintende, e la parola (come Iago dimostra) è mistero e inganno, illusione e simulazione, apparenza che però incide sulla realtà e la distorce, rendendo la conoscenza impossibile e portando alla catastrofe. Il percorso tragico dunque non è determinato da un fato esterno all'uomo ma dall'incapacità dell'uomo (ormai solo, in un universo senza dei) a decifrare il testo-mondo; ma se tale percorso risalta nell'Otello con terribile chiarezza esso è preparato da altre due opere che questo libro esamina: il Faust di Christopher Marlowe, dov'è significativo che l'eroe tragico sia l'intellettuale, e naturalmente l'Amleto, prodigioso compendio dei temi tutti di Shakespeare ma che è in primo luogo una grande domanda sul mondo e sulla possibilità (o impossibilità) di conoscerlo.