Ernesto di Umberto Saba edito da Einaudi
Alta reperibilità

Ernesto

Editore:

Einaudi

Edizione:
1
A cura di:
M. A. Grignani
Data di Pubblicazione:
23 marzo 2015
EAN:

9788806226961

ISBN:

8806226967

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Trama Ernesto

L'educazione omosessuale di un adolescente nella Trieste di fine Ottocento. Saba scrisse questo romanzo autobiografico, ma lo lasciò incompiuto e inedito. Sarà la figlia Linuccia a curarlo e pubblicarlo nel 1975. Ora, però, il testo viene rivisto integralmente sulla base dell'autografo, conservato presso il Fondo manoscritti dell'Univesità di Pavia. Le differenze con il testo del '75 riguardano soprattutto l'impronta dialettale, molto forte nelle intenzioni originarie, che Linuccia aveva ritenuto di mitigare. Saba stesso scriveva alla moglie: "La non publicabilità del racconto non sta nei fatti narrati quanto nel linguaggio che parlano i personaggi. E tutta la novità, tutta l'arte, tutto lo stile del racconto sta proprio qui".

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3 di 5 su 3 recensioni

Mi è piaciutoDi C. Fabio-8 marzo 2012

In questo romanzo, Saba racconta l'antecedente della sua autobiografia in versi, il "Canzoniere". Ernesto vede un ribaltamento di prospettiva; anziché tentare di sfuggire all'oppressiva e "pesante" figura materna, qui il protagonista si consegna al carnefice. Ernesto, a differenza di Berto, diventa così partecipe di quella "leggerezza" tipicamente paterna dell'universo "Sabiano".

ErnestoDi M. Gerardo-20 luglio 2011

Parto gemellare del ben più noto Canzoniere, questo libro è ottimo come un buon chianto. Ernesto è, pessoaniamente, un imperfetto eteronimo del poeta che ormai prossimo alla propria personale morte, vecchio di una vecchiezza sofferente da patriarca saviamente ricerca nel Suo tempo perduto, nel Suo mondo meraviglioso anch'esso perito non un ritorno improbabile all'origine della vita bensì una nuova origine, una palingenesi che vestita di una prosa superbamente "naturale" lascia trapelare squarci del lirismo tormentoso e del fine psicologismo così caratteristici e qualificanti del Saba "maggiore". E questa narrazione, questa terapia buttata a capofitto e con penna scioltissima (con l'ardire del dialetto e di un dialogo mai interrotto con il lettore, da scrittore modernissimo - postmoderno forse, si veda il capitolotestamento di "Quasi una conclusione" e ci si interroghi se e quanto dobbiamo leggere, da italiani, Foster Wallace e non debbano piuttosto gli americani rispettosamente accostarsi alla nostra letteratura) non (più) solo da poeta colto, questa narrazione che tanta sofferenza e tanta vita ("della vita il doloroso amore") al poeta era costata non avrebbe potuto avere "fine" diversa, l'essere cioè spirito libero da uno scritto che, nel mentre che veniva scritto, liberava dalla scrittura il grande, mai domato spirito del poeta triestino. NB: il voto si intenda come rammarico dello scrivente per l'incompiutezza dell'opera per quanto ed in quanto ad essa costitutiva (vedi sopra).

Scorrevole..Di S. Alessio-5 novembre 2010

Ernesto, alter-ego dell'autore, nella fase di passaggio all'età adulta vive sul doppio binario della scoperta del sesso, omosessuale, e della percezione del giusto e del male (figlie di un'epoca, a cavallo fra '800 e '900, decisamente non incline alla legittimazione di ogni preferenza di genere). Il sesso mercificatorio, animale, poco sentito (dal protagonista), vissuto però come esperienza catartica, un momento di sblocco che consenta di prendere decisioni anche drastiche -nei limiti di una vicenda che si apre e sviluppa entro confini prettamente urbani- e navigare a vista in un presente che offre già spunti di godimento di un sentimento più intenso e certamento più maturo. Interessante.