C'era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell'Unità
- Editore:
Sperling & Kupfer
- Collana:
- Saggi
- Data di Pubblicazione:
- 5 ottobre 2010
- EAN:
9788820049607
- ISBN:
8820049600
- Formato:
- rilegato
- Argomenti:
- Indipendenza e liberazione nazionale, post-colonialismo, Reportage e raccolte giornalistiche
Descrizione C'era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell'Unità
Torino, 18 febbraio 1861. La severa e ordinata città piemontese è invasa da una folla strabocchevole: signori in marsina e cilindro, militari in divisa, popolani, giornalisti, curiosi, uomini e donne accorsi ad assistere al battesimo del Regno d'Italia. Ad applaudire il discorso scritto da Cavour e pronunciato da Vittorio Emanuele II nell'aula del nuovo Parlamento ci sono seicentocinquanta fra deputati e senatori, tra i quali Alessandro Manzoni, il maestro Giuseppe Verdi, Massimo d'Azeglio e Garibaldi. E in mezzo a loro, assieme alle altre firme della stampa europea e dei giornali patriottici, c'è Antonio Caprarica, nelle vesti di inviato speciale, per raccontare l'atmosfera e le emozioni dei giorni dell'Unità. Come nasce l'Italia? Qual è il suo volto, mentre si affaccia sulla scena della Storia? E soprattutto, come vivono e cosa pensano i milioni di italiani che stanno diventando tali senza nemmeno saperlo? Spinto da queste curiosità, il giornalista si sposta lungo lo stivale. Lungo il viaggio gli incontri sono tanti: nobildonne che passano dai salotti agli ospedali da campo; uomini "di penna e d'azione" che lasciano gli studi e imbracciano i fucili e ragazze che si uniscono ai garibaldini. Il cronista raccoglie le loro vicende e le registra con la consueta vivacità, per comporre un quadro completo e veritiero dell'Italia nei suoi primissimi mesi di vita. Un racconto utile oggi che l'Italia compie centocinquant'anni, ma non ha più troppe certezze sui suoi prossimi compleanni.
Recensioni degli utenti
ELEGANTE-9 marzo 2011
Con lo stile tipico dell'autore, un resoconto dell'unità d'Italia non stereotipato.
Molto istruttivo, da non perdere.-4 novembre 2010
Prendetela come una delle più impeccabili corrispondenze dal mondo quasi intero con le quali Caprarica è tornato ad affascinarci, dopo il mellifluo periodo di offuscamento mediatico prudentemente destinato ad personam dal Grande Zombi a tutti gli spiriti sbadatamente liberi. Perbacco se va letta questa cronistoria, tanto più che qui è la stessa "cosiddetta" Italia che è stata convinta dall'implacabile giornalista ad introflettersi dolorosamente sulle travagliate origini della sua unità: laddove le stridenti e perduranti attualità e memorie di squallidi o giustificabili contrasti di interesse stanno ancora impedendo che il motto UNITA' assurga al ruolo di simbolo di coscienza indiscussa di fratellanza civile, distraendosi da quello di vuoto concetto mai come ora rimesso in dubbio proprio dagli eredi degli affaristi più che degli idealisti che nell'Ottocento si batterono per conseguirla. Quindi leggiamo tutti attentamente queste cronache (di una Utopia?) e anche da questi preziosi insegnamenti impariamo una buona volta, soprattutto in veste di coscienti elettori, a distinguere di cosa "realmente" parla chiunque da noi, in "Italia", si sciacqua così frequentemente la bocca parlando inverecondamente per interesse personale e da posizione dominante di ideali e di valori sociali: e, guarda caso, soprattutto di giustizia.