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Elogio della letteratura-5 luglio 2011
Buffoneria sapientissima, "Encomio del tiranno" è monologo d'una tirata, divisa per brevi capitoli da spasimi di fiato e di sosta. Piccolo capolavorto nostrano è, in realtà, pezzo d'un teatro di lingua. Un dicitore, finissimo, rende la propria esistenza al tiranno (ovvero l'editore e, con esso, il lettore medesimo) chiarendo la propria funzione del vivere. C'è, in questo romanzo ch'è più d'un romanzo, tutto ciò che Manganelli pensa dell'arte (sia essa letteraria, sia drammaturgica) : la consapevolezza di recita; l'ammissione della menzogna; la tensione stilistica al bello, al terso, all'altissimo. Lo si legga se si vuol riscoprire un autore magnifico. Se si vuol finalmente capire che un libro, prima che documento prima che trattato o libello politico, è una pantomima paradossale e falsissima; una magnifica ed incosueta bugia.