Eloì, Eloì di Alen Custovic edito da Mondadori

Eloì, Eloì

Editore:

Mondadori

Data di Pubblicazione:
27 maggio 2008
EAN:

9788804580898

ISBN:

8804580895

Pagine:
307
Formato:
brossura
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Trama Eloì, Eloì

È la storia di due destini che si incrociano, quello di Emir, giovane musulmano cresciuto nel comunismo bosniaco e trasformato in feroce guerrigliero dagli eventi della guerra, e quello di Armando, prete cattolico ormai anziano segnato dalle contraddizioni della vocazione e della vita. Tema centrale del romanzo, che prende il titolo dalle ultime parole pronunciate da Cristo sulla croce, è la sofferenza dell'uomo, la "cognizione del dolore" nel mondo contemporaneo, oltre ogni certezza consolatoria.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

Eloì, EloìDi M. Carlo-11 aprile 2011

Il titolo mi ha entusiasmata e anche l'inizio... Ma poi... Una storia senza capo né coda per non parlare del finale. Da evitare! Emir, ex professore e tormentato reduce dalla guerra di Bosnia emigrato a Milano, diventa l'assistente di un anziano vedovo - anche ex sacerdote - paralitico. La storia alterna i ricordi di Emir con vari episodi dell'amicizia fra i due uomini, fino all'epilogo che darà un senso a tutto. Un romanzo breve ma eccessivamente ambizioso, in cui il giovane - troppo giovane - autore vorrebbe ficcare dentro ogni cosa, la guerra, i sensi di colpa, la perdita dei propri cari, la vendetta, l'elaborazione del lutto, il sapore del sangue, il passato, la malattia, Dio, l'uomo, la fede, la ricerca, il trasformarsi in bestie e l'attaccamento alla terra, l'emigrazione, la fuga ed il ritorno, la malattia e l'impotenza, l'amicizia virile e il destino delle donne, le differenze ideologiche, la tolleranza apparente della iugoslavia di tito e le pulizie etniche. I suoi protagonisti hanno visto tutto, sperimentato tutto, in un profluvio di esperienze che alla fine rimangono in superficie. Peccato perchè se l'autore avesse scelto una fra le mille strade forse il libro sarebbe stato più sincero e più interessante. Invece è ingessato, carico di figure retoriche e di immagini artefatte. Molto migliore, pur con molte similitudini, "Il soldato che riparò il grammofono", anch'esso scritto da un autore giovanissimo emigrato dopo lo scoppio della guerra. E poi alla fine tutto è troppo pasticciato, vola troppo alto e ricade pesantemente al suolo, invischiato nella confusione del del suo stesso messaggio... Peccato.

la violenza porta violenzaDi p. beatrice-15 settembre 2010

Finalmente una voce dall'interno è chiarificatrice del dramma dei Balcani; un dramma che si ricompone e si specchia nel dramma universale dell'animo umano: la sofferenza. Sofferenza insostenibile è nei termini d'ingiustizia e perdita degli affetti più cari. La trama si dispiega così in un linguaggio universale, quello dell'animo umano in fuga da se stesso e in cerca di pace. La pace si trova, spesso lontano, conclude Custovic, fermandosi però a incontrare l'altro da sè.

Una narrazione potente, speranza nel dolore Di r. valeria-8 giugno 2008

Ho letto questo libro con il fiato sospeso. Ti avvolge con la sua narrazione morbida, con cui però Custovic tocca temi molto forti: la morte, la guerra, la fede, il perdono. Il tutto però viene immerso in una fortissima percezione di speranza, una speranza che trascende ogni dolore. Mi sembra già abbastanza in questo mondo in cui abbiamo un tremendo bisogno di grandi interrogativi, di confrontarsi con i veri temi della vita. A me Eloì, Eloì è piaciuto molto, tanto che già aspetto il secondo libro, e per questo lo consiglio a tutti i miei amici.

Bellissimo romanzo! Una narrativa struggente.Di r. valeria-2 giugno 2008

Ho saltabeccato un po'; qua e là sui forum alla ricerca di buoni consigli e questo Eloì, Eloì di Custovic mi è sembrato piuttosto interessante. Perciò l'ho preso e in effetti leggendolo non mi sta deludendo affatto. In fondo, non ci sono molti autori oggi che parlano di temi forti adoperando sapientemente lo strumento della narrativa. Uno dei pochi che mi viene in mente è Hosseini e il suo Cacciatore di aquiloni. E la cosa strana in questi libri è che magari ti parlano di mondi lontani, di culture diverse, ma proprio per questo ogni volta ti fanno rendere conto che l'uomo ha nell'animo sempre le stesse eterne domande e le stesse inquietudini. E'questa tendenza all'universale che ultimamente ricerco avidamente. Ho l'impressione che come l'Amir di Hosseini, così Emir, il personaggio di Custovic, saprà evocare le grinfie del passato in grado di sconvolgere il presente e il futuro di un uomo. Un libro senz'altro da leggere.