Elogio dell'ozio. Testo inglese a fronte di Robert Louis Stevenson edito da La Vita Felice
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Elogio dell'ozio. Testo inglese a fronte

Edizione:
6
A cura di:
F. Venturi
Traduttore:
Ferretti A.
Data di Pubblicazione:
25 settembre 2008
EAN:

9788877992109

ISBN:

8877992107

Pagine:
58
Formato:
brossura
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Descrizione Elogio dell'ozio. Testo inglese a fronte

Filosofi e scrittori di tutti i tempi hanno difeso a spada tratta il diritto al dolce far nulla, inteso come elemento fondamentale del ritmo della vita e contrapposto al mito produttivista della società moderna. "Dobbiamo rivalutare il significato di ozio dandogli la connotazione positiva di ricerca del piacere all'interno del difficile mestiere di vivere" dice Robert Louis Stevenson nel suo acuto libretto "Elogio dell'ozio", scritto di getto nel luglio del 1877. Le sue parole suonano come frustate in faccia a chi è catturato dalla corsa al successo. Il libro è infatti un'apologia degli spiriti oziosi, gli unici che servono davvero all'umanità, i soli che hanno qualcosa da donare, un invito a trasgredire orari, ritmi, istituzioni, strutture; una dimostrazione che la sola felicità che ricordiamo di aver provato ci proviene da tutte quelle volte che non ci siamo fatti illudere dalla chimera del successo e che siamo sfuggiti alle maglie del falso dovere.

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3 di 5 su 2 recensioni

Un nuovo stile di vitaDi B. Giulia-27 agosto 2013

Con una sorprendente ironia Robert Luis Stevenson affronta il tema del dolce far niente. La sua analisi non si limita a sottolineare gli innumerevoli vantiggi dell'ozio ma procede a un confronto sistematico e metodico dello stile di vita tipico del cosidetto uomo operoso e quello di chi ha scelto di lavorare su sè stesso. Il risultato è una critica brillante, e per niente velata, alla società britannica della rivoluzione industriale, sempre in cerca dell'affare successivo e sempre più disattenta all'individualità dell'uomo e ai bisogni immateriali.

Elogio dell'ozioDi L. Alberto-5 agosto 2011

Da un inglese doc come Stevenson non ci si aspetta certo un elogio dell'ozio. Direi un piccolo apologo, dedicato (moralmente) a tutti quelli che hanno abbandonato il mondo del lavoro (volenti o nolenti) e si domandano (o domandarono): e ora? Ora, per dirla con il grande RL si può essere proficuamente oziosi. Si può perdere tempo senza dare fastidio a nessuno, prendendo dalla vita tutto quello che ci può dare. Certo, meglio sarebbe stato se ad oziare avessimo cominciato sin da piccoli. Ma si può sempre rimediare. Comunque, una serie diversa di piani di lettura di queste cinquanta paginette: l'articolo di un 25enne scozzese che comincia a mettere in fila le parole per farne dono ai suoi lettori; un testo inglese con qualche "motto d'epoca" e molti riferimenti (ma quant'era colto, il buon viaggiatore) ; una provocazione poco riuscita di RL, ma molto ben fatta nell'introduzione di Franco Venturi, con quei rimandi che invito a cogliere a Seneca, Epitteto, Bertrand Russell, Itsuo Tsuda, Paul Lafargue, fino all'Ozio creativo (quella conversazione raccolta da Maria Serena, che dovrebbe essere lei). Certo non è una grande opera letteraria, non apre orizzonti nuovi agli amanti de L'isola del Tesoro. Ma da quella mezz'ora di voglia di riflessione. E si collega idealmente a quanti, sobriamente, ci ricordano di fare un passo indietro e di frenare, per andar piano e vedere quello che ci succede intorno, prima che il tutto si oblii.