Eichmann. Diario del processo

"Non mi piace questo vestito, ne voglio un'altro", dice Eichmann al suo processo. Mi chiedo che importanza possa avere il colore del vestito che indossi, dietro a quella cabina di vetro, davanti alla Corte che ti vuole processare e condannare per i tuoi crimini contro l'umanita' . Sei stato stanato dal tuo nascondiglio, sei stato portato in questo Tribunale per rispondere a precise accuse e pensi al tuo elegante vestito?. Forse non ti ricordi cosa hai fatto, o forse lo sai benissimo e ripensi ai fasti di un tempo, quando eri il ragioniere dello sterminio, quando la tua carriera correva veloce come il vento, e pensi che il colore grigio o nero del vestito ti riporti indietro nel tempo. Sei milioni di accusatori e' l'introduzione al tuo processo, i sei milioni di ebrei che hai ammazzato. La Corte e' composta da ebrei, forse non hai capito che sei in Israele, la patria di quel popolo che con tanto sforzo hai tentato di annientare. Pensa alla tua difesa Signor Eichmann, la tua condanna e' gia' scritta, non nascondeeti dietro a: " Eseguivo solo gli ordini, Himmler diceva, Hitler diceva, tutti ordinavano ed io eseguivo, ecco la mia colpa, eseguivo gli ordini come un vero soldato". Ma la guerra si combatte sul fronte tra veri soldati, donne, vecchi e bambini non indossavano divise militari nemiche, solo quella stella di Davide che tu gli imponesti per riconoscerli, raggrupparli e dirottarli verso il massacro. Guarda oltre quel vetro, ti guardano tutti, rispondi alle domande, spiegaci e facci capire perche' hai uccisio milioni e milioni di esseri umani.