L' egemonia sottoculturale. L'italia da Gramsci al gossip
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi. Passaggi
- Data di Pubblicazione:
- 6 luglio 2010
- EAN:
9788806204839
- ISBN:
8806204831
- Pagine:
- 145
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Socialismo e ideologie democratiche di sinistra, Televisione e società
Descrizione L' egemonia sottoculturale. L'italia da Gramsci al gossip
Una volta il nazionalpopolare era una categoria gramsciana, i giornali e la televisione pubblica erano pieni di scrittori e intellettuali, la sinistra (si dice) dominava la produzione culturale. Oggi nazionalpopolari sono i reality show pieni di volgarità, la televisione (pubblica o privata) è quella che è, e la sinistra pure. Ma si può paragonare l'Italia di Pasolini, Calvino, Moravia con quella di "Striscia la notizia", Alfonso Signorini, "Amici" di Maria De Filippi ? La tesi provocatoria di questo libro è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante. Perché oggi, finita e strafinita l'egemonia culturale della sinistra, trionfa un'egemonia sottoculturale prodotta dall'adattamento ai gusti nostrani del pensiero unico neoliberale, in quel frullato di cronaca nera e cronaca rosa, condito da vip assortiti, che sono diventati i nostri mezzi di comunicazione, ormai definitivamente dei "mezzi di distrazione di massa". E il paradosso è che molte delle tecniche di comunicazione che oggi innervano la società dello spettacolo sono nate dalla contestazione del Sessantotto, dai movimenti degli anni Settanta e dalle riflessioni sul postmoderno degli anni Ottanta. E cosi, in un cortocircuito di tremenda forza mediatica, il situazionista Antonio Ricci produce televisione commerciale di enorme popolarità, Signorini dirige con mano sicura il suo postmodernissimo impero "nazional-gossiparo", i reality più vari sdoganano il Panopticon di Bentham e Foucault per le masse.
Recensioni degli utenti
Storia di una rivoluzione silenziosa-28 novembre 2010
Questo 'trattato' , scritto molto bene ma alquanto complesso sia per riferimenti che per lessico, disegna una avvicente quanto angosciante teoria, ovvero che sotto l'innegabile abbassamento del livello culturale espresso negli ultimi anni dalla televisione ci sia un piano progettato con lo scopo di creare una nuova classe di valori e culture (anzi sotto valori e sotto culture) . Quindi facendo un parallelo con la teoria di egemonia culturale di Gramsci, Panarari afferma che in realta' , da una branchia di studiosi del teorico sia partito un progetto che negli anni ottanta ha stravolto i valori ed il modo di pensare del bel paese... Un percorso che parte dal drive in, passa dal gabbibo e le veline e finisce con i mostri creati da Maria De Filippi e compagni. Un escursus molto interessante sul degrado culturale attuale con un unico forte messaggio che mi lascia perplesso... Saimo sicuri che il 'pensiero Berlusconiano' (come suggerisce il libro, avvalendosi anche di continui riferimenti a Vedeocrazy) sia la mano invisibile dietro a tutto cio' e non solamente la 'creatura' che in questo degrado ha trovato spazio per esprimersi e proliferare?