Trama I due allegri indiani
Nel 1973, quando apparve da Adelphi "I due allegri indiani", l'aggettivo demenziale non era ancora entrato nel lessico della critica italiana, né letteraria né cinematografica né musicale: il primo film dei Monty Python sarebbe stato distribuito solo un anno dopo, "Hellzapoppin'", "La guerra lampo" dei fratelli Marx erano noti a una sparuta minoranza di cinefili, e gli unici esempi di " demenzialità " che venissero proposti alle italiche genti erano i personaggi di "Alto gradimento". Per di più Rodolfo Wilcock era un ospite assai singolare della nostra letteratura - per non dire un alieno. Cresciuto alla scuola di Borges, già autore di parecchi libri nel suo Paese, si era reinventato come scrittore in una lingua, l'italiano, che aveva a sua volta reinventato con una estrosità, o meglio, una sfrenatezza, paragonabile solo a quella che Nabokov aveva inoculato nella lingua inglese. Forse per questo ci sono voluti anni prima che Wilcock venisse riconosciuto per quello che è: un maestro del fantastico e del grottesco - e un maestro della prosa italiana. "I due allegri indiani" si potrebbe definire un " romanzo rivista", nel doppio senso della parola: 1, perché è articolato nei trenta numeri della rivista "Il Maneggio", diretta e redatta dal protagonista del romanzo stesso, che muta continuamente nome; 2, perché ogni numero di questa rivista è come un susseguirsi esilarante di sketch di avanspettacolo, il cui autore fosse però un letterato abilissimo, un genio della satira.
Recensioni degli utenti
Emblema del buonumore-30 marzo 2012
Il libro regala uno spietato ritratto della nostra società corrotta e opportunista (1973! ) attraverso le improbabili pagine di una rivista piena di esilaranti doppi sensi degni di un qualsiasi spettacolo comico che strappa sorrisi a frotte. Le città che attraversa, fra cui roma, sono spaziscacchiera dove l'autore inventa le trame più inimmaginabili. Un libro che attraversa i confini dell'imaginazione toccando tutti i continenti letterari con il piglio dell'umorismo, un libro che scherza e la rivista 'il maneggio' diventa il documento di identità del gioco. Hitler, bach e molti illustri colleghi vanno idealmente a braccetto con due allegri transessuali, vedi copertina, e ci accompagnano verso il mondo assurdo del buon umore.