Il dono di Sala. Lettere dall'Olocausto di Ann Kirschner edito da Il Maestrale
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Il dono di Sala. Lettere dall'Olocausto

Editore:

Il Maestrale

Collana:
Testimoni
Traduttore:
Concu G.
Data di Pubblicazione:
9 gennaio 2009
EAN:

9788889801475

ISBN:

8889801476

Pagine:
384
Formato:
brossura
Argomenti:
Olocausto, DIARI E LETTERE
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Descrizione Il dono di Sala. Lettere dall'Olocausto

Il dono di Sala è il racconto di Sala Garncarz, una giovane ebrea sopravissuta per cinque anni ai campi di lavoro nazisti, e di come riuscì miracolosamente a salvare la sua corrispondenza del tempo della prigionia. È insieme documento e storia avvincente narrata proprio attraverso lettere e cartoline, che mettono a nudo le terribili vicende della famiglia ebrea di Sosnowiec, città della Polonia. E fa luce sulle condizioni dei campi di lavoro nazisti. Profonda testimonianza della forza interiore e della fede capace di resistere alle più terribili avversità, narra con tenerezza di speranze e delusioni, di amori persi e amori dati anche in situazioni impossibili.

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4 di 5 su 1 recensione

Vivere nelle lettereDi t. raniero-6 settembre 2010

"Mia madre aveva un segreto". Così esordisce l'autrice di questo libro, e prosegue: "Sapevo che Sala Garncarz era nata in Polonia, la più piccola di undici figli, e che era sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. Conoscevo anche i nomi dei miei nonni[...]ma non sapevo assolutamente nulla[...]di quella che un tempo era una famiglia numerosa." Anna Kirshner, aveva chiesto tante volte alla madre Sala di raccontarle il suo passato, quel passato, durante le persecuzioni naziste, ma aveva sempre cozzato contro la sua reticenza a parlare, il suo silenzio carico di significato. Fino a che Sala, malata, all'età di 67 anni, decide di regalare alla figlia una scatola rossa che contiene diari, lettere, cartoline, foto e altro ancora in cui si condensa tutto ciò che aveva vissuto dal 1940 al 1946. Qui, l'autrice, con amorevole cura e tenera pazienza, ricostruisce la storia di sua madre in quel periodo, tanto che, diventare la sua biografa, la sua memorialista è stata per lei un'esperienza che ha cambiato, per sua stessa ammissione, la sua vita, modificando l'immagine che aveva avuto, fino ad allora, di sua madre. Il diario, le lettere, riportati integralmente, sono saldamente intrecciati alla narrazione, e l'abilità dell'autrice consiste nell'amalgamare bene questi due elementi così che la lettura ne risulta oltremodo "piacevole", nel senso che il lettore viene avvolto dall'atmosfera di quegli anni e, pagina dopo pagina, coinvolto dal dramma di Sala, della sua famiglia e delle sue amiche, tra cui Ala Gertner, una delle eroine della sommossa di Auschwitz, che le costò la vita. All'inizio della storia Sala è adolescente, vive in Polonia, a Sosnowiec, quando, nel 1940 è strappata alla sua famiglia per essere deportata in un campo di lavoro a Geppersdorf, dove vi rimane per circa due anni come sarta o cucitrice. Da qui, verrà volta per volta, nel corso dei successivi anni, sino alla fine della guerra, tradotta in altri tre campi di lavoro. Sebbene le sue esperienze, pur avendo sofferto il dolore, la fame, la fatica, la promiscuità, non siano atroci, come abbiamo imparato a conoscere attraverso le testimonianze di altri sopravvissuti, queste, intraviste dalle sue lettere, hanno il dono di farci penetrare, con l'ingenuità che le accompagnano, nel suo universo morale da cui captiamo, preponderante, l'amore per la sua famiglia, come per il padre, per la madre e soprattutto per la sorella Raizel; comprendiamo l'affetto per le sue amiche tra cui spicca il forte legame con Ala Gertner. Cosa importante da considerare è che Sala ha, durante la prigionia, conservato con tenacia, anche a rischio di importanti punizioni, il suo diario, le sue foto e soprattutto le sue lettere, come se, sradicata, attraverso quelle, continuasse a mantenere vivo il suo legame con quel mondo, a Sosnowiec, dal quale continuamente attingeva forza e calore per poter sopravvivere alla durezza della prigionia. Alla sua storia si intreccia la "Storia", di cui Sala, naturalmente, non poteva avere che scarso sentore. Tra gli avvenimenti storici, miscelati con maestria negli inserti narrativi, spicca soprattutto per la sua tragicità la grossa "azione", nell'Agosto del 1942, compiuta dai nazisti per rendere Judenrein (libera da ebrei) la cittadina di Sosnowiec. Nel complesso un buon libro, dal quale si percepisce lo sforzo dell'autrice, spinta dal suo amor materno, a ricostruire con verosimiglianza l'atmosfera morale in cui era immersa la madre, Sala garncarz, durante quel terribile periodo che cambiò così profondamente la sua vita.