La donna giusta di Sándor Márai edito da Adelphi

La donna giusta

Editore:

Adelphi

Edizione:
13
Traduttore:
Sgarioto L., Sàndor K.
Data di Pubblicazione:
9 giugno 2004
EAN:

9788845918728

ISBN:

8845918726

Pagine:
444
Formato:
brossura
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Trama La donna giusta

Un pomeriggio, in una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un'altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c'era stata, e forse c'era ancora, una passione segreta e bruciante, e come da quel momento abbia cercato, invano, di riconquistarlo. Una notte, in un caffè della stessa città, bevendo vino e fumando una sigaretta dopo l'altra, l'uomo che è stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e insieme "un veleno mortale", e come, dopo aver lasciato per lei la prima moglie, l'abbia sposata - e poi inesorabilmente perduta. All'alba, in un alberghetto di Roma, sfogliando un album di fotografie, questa stessa donna racconta al suo amante (un batterista ungherese) come lei, la serva venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta. Molti anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista a raccontare a un esule del suo stesso paese l'epilogo di tutta la storia. Al pari delle "Braci" e di "Divorzio a Buda", questo romanzo appartiene al periodo più felice e incandescente dell'opera di Márai, quegli anni Quaranta in cui lo scrittore sembra aver voluto fissare in perfetti cristalli alcuni intrecci di passioni e menzogne, di tradimenti e crudeltà, di rivolte e dedizioni che hanno la capacità di parlare a ogni lettore.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 6 recensioni

Bellissimo libroDi L. Mara-24 aprile 2012

Quello che mi ha colpito, al di là della grande abilità narrativa nel descrivere sentimenti come passione, gelosia, verità taciute, sono i momenti di riflessione sulla felicità, la passione, la capacità di essere felici per ciò che si è e si ha. Ecco allora l'inabilità o la paura di amare e farsi amare, il senso di povertà nella ricchezza, che obbliga ad avere altro per riempire un vuoto, l'incapacità di essere contenti perché la felicità è sempre un passo avanti.

Un occasione persaDi L. Renata-24 marzo 2012

Appena l'ho finito la prima cosa che ho pensato è stata: finalmente! Eppure era partito veramente bene! Mi sono piaciute tantissime le descrizioni che l'autore fa, più che dei luoghi, dell'essere dei personaggi; riesce a descrivere stati d'animo e sfumature delle persone che nel momento in cui le leggi ricolleghi a qualcuno che conosci ma i cui atteggiamenti non sei mai riuscito a definire e lui ti fornisce le parole migliori per farlo. Tutto questo almeno nella prima parte. Dopo diventa ripetitivo, anche se ogni racconto fornisce elementi nuovi e nuovi punti di vista alla storia e mi è piaciuta l'idea dei racconti da parte dei diversi personaggi, secondo me c'è un eccessivo divagare e soffermarsi su elementi troppo marginali che ti portano a sperare solo che il libro finisca... Forse due stelle sono poche ma tre sono troppe!

L'amore infelice di MaraiDi C. MIRELLA-10 agosto 2011

Anche in questo romanzo Marai si inoltra nel mistero dell'amore, facendo raccontare la stessa vicenda ai suoi stessi protagonisti, quindi da personalità con caratteristiche sociali, morali, culturali diverse. La moglie borghese tradita, il marito che vive una passione contrastata per la cameriera, e quest'ultima che vive questa storia anche come una sorta di "vendetta", di riscatto sociale, ma uscendone alla fine anche lei sconfitta. Come tutte le storie d'amore di Marai, anche questa è una storia infelice, ma nei protagonisti non vi ne' rimpianto ne' rimorso: le azioni dettate dall'amore e dalla passione sono inevitabili. Una lettura che richiede concentrazione per adattarsi alle diverse tipologie psicologiche dei personaggi ma ne vale assolutamente la pena: offre diversi spunti di riflessione che aiutano a comprendere l'animo umano.

Esiste la donna giusta?Di t. melissa-7 agosto 2011

Un libro decisamente impegnativo, la cui lettura diventa quasi una sfida, un'impresa. Alla fine, però, si viene ripagati dell'impegno e ci si rende conto di aver letto un romanzo assolutamente fantastico. Il libro contiene parti molto lente, a volte monotone e si arriva a pensare che potrebbero essere tralasciate, che potevano essere omesse dall'autore. A romanzo finito, però, si arriva a capire che ogni parola ha motivo di essere stata scritta, che niente è eccessivo o inutile, ma che tutto serve per meglio far capire al lettore la vera intensità del contenuto. Bel libro, leggetelo. Un consiglio: non lasciatevi fermare da certi tratti monotoni. Andate avanti e alla fine capirete che ne è valsa la pena.

La donna giustaDi c. lello-19 maggio 2011

La prosa magmatica, ma sempre chiara, è sempre ciò che distingue questo autore dagli altri. Esonda attraverso tre lunghi monologhi "a staffetta" dei personaggi coinvolti da amori a cerniera, che sono sempre asimmetrici, squilibrati, precari. Impegnativo, faticoso al limite dell'estenuazione, ma bellissimo.

La donna giustaDi F. Benito Maria Emanuele-19 novembre 2010

Torrenziale prosa maraibica, che disquisisce a tutto campo sull'amore, sulla guerra, sulla borghesia, sulle differenze di classe. Esonda attraverso tre lunghi monologhi "a staffetta" dei personaggi coinvolti da amori a cerniera, che sono sempre asimmetrici, squilibrati, precari. Impegnativo, faticoso al limite dell'estenuazione, ma bellissimo.