Dizionario dei nomi propri di Amélie Nothomb edito da Voland
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Dizionario dei nomi propri

Editore:

Voland

Collana:
Amazzoni
Traduttore:
Capuani M.
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2004
EAN:

9788888700168

ISBN:

8888700161

Pagine:
160
Formato:
brossura
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Trama Dizionario dei nomi propri

Se il nome di una persona ne influenza il destino, allora quello della piccola Plectrude non potrà che essere straordinario. Nata in prigione da un'uxoricida, allevata dopo il suicidio della madre da una zia che la preferisce alle sue stesse figlie, sembra destinata a un futuro prodigioso. Misteriosa ed enigmatica come una dea, bella come una principessa delle fiabe, sicura come una creatura di intelligenza superiore, inizia la sua vita a passo di danza, inconsapevolmente avvolta dall'ombra del suo passato tragico e violento. Armata di una volontà di ferro, diventa una promettente ballerina. Poi, la caduta. Un rovinoso incidente le impedisce per sempre di danzare. Ma la vita ha in serbo altre sorprese per lei.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 5 recensioni

Una favola surrealeDi n. sara-17 settembre 2011

La Nothomb ripercorre la vita di Plectrude, bambina dal nome impossibile e dal passato avvolto dal segreto a causa di una inconfessabile e tragica verita' . Meravigliose le scene di intima e segreta complicita' con la ziamadre che la eleva allo status di principessa, fata o divinita', con i pranzi a base di torte e la musica sublime in sottofondo. Strano I' ll finale, ma del resto, e' la Nothomb!

Dizionario dei nomi propri.Di p. laura-15 agosto 2011

Uno spaccato di vita di una giovane ragazza allevata dagli zii quando i genitori vengono a mancare. Lei deliziosamente controcorrente, di una bellezza sublime e che mette quasi a disagio, una giovane promettente ballerina con la danza nel sangue che la mamma adottiva adora che ripone in lei la fiducia nel successo che lei non ha raggiunto. Diventa anoressica perdendo poi per motivi di salute la possibilità di continuare a danzare. Ci racconta tutti i retroscena che immaginiamo esistano nel mondo della danza, con rivelazioni che lasciano senza parole ma che in fondo sappiamo perfettamente. Il giusto epilogo sarà reincontrare un amore inconfessato e quasi perduto. Non è un capolavoro, ma al solito la maestria della Nothomb fa passare un libro e una storia mediocre ad un livello decisamente più alto. Non il migliore ma piacevole.

PlectrudeDi F. Francesca-14 ottobre 2010

Plectrude, nome della protagonista, è una delle pochissime cose belle di questo romanzo che parte bene, con un ritmo incalzante e una buona prosa per poi concludersi troppo velocemente, con un cammeo della scrittrice, assolutamente fuori luogo, e in modo troppo sommario. pollice verso.

Nome proprio: Capolavoro. Di m. silvio-30 settembre 2010

Un libro di cui non sottolineeresti una sola riga, ma il libro tutto intero. Dietro una storia così delicata che la si può leggere in una pausa pranzo, ci stanno tanti di quegli accenni di pensiero e soffi vitali che non basterebbe un lettore per portarli alla luce, ma un maestro del sospetto: Freud, Nietzsche, Hillman...e magari anche Holmes (Sherlock). La poesia dell'infanzia, la diversità, l'importanza di un nome sulla formazione della nostra storia personale, la vocazione e la sua incarnazione, la sacralità della passione, il suo sofferto riconoscimento, il destino iscritto nel passato, la scalata, la caduta, l'ambivaleza dell'anima, il suicidio dell'autore....e tantetante di quelle cose che non sembra possibile possano starci in 140 pagine di romanzo favolistico. Il libro che mi consacra la Nothomb a menihr della letteratura europea contemporanea.

attenti a quel nome!Di s. chiara-23 luglio 2010

Che la Nothomb abbia una fervida immaginazione e fantasia è induscutibile. Che sia sorprendente anche. Quanto può un nome influenzare il destino di ognuno di noi? Quanti genitori proiettano i propri sogni e aspirazioni sui figli? Per aver successo come ballerine bisogna essere anoressiche? Si può credere nel destino? Tutti questi temi vengono trattati in queste 140 pagine con uno stile ironico, scorrevole e stupefacente. "L'insonnia di Lucette durava ormai da otto ore. Nel suo ventre, il bimbo aveva il singhiozzo dal giorno avanti. Ogni quattro o cinque secondi un sussulto gigantesco scuoteva il corpo di quella fanciulla di diciannove anni, che un anno prima aveva deciso di diventare sposa e madre." Non è convinta che il padre sarà un buon padre per sua figlia, partendo dal nome che vorrebbe dare al nascituro, così lo uccide preferendo essere incarcerata piuttosto che sua figlia abbia un padre insensibile. In carcere Lucette da al mondo Plectrude,"questo finale rude suona come uno scudo", "questo nome è un talismano". Dopo averla fatta battezzare, si suicida. La piccola ha occhi d'una bellezza inverosimile. La zia, nuova madre, la venera e la idolatra perché in Plectrude vede e riconosce bellezza, talento, gentilezza, pefezione, segni di una predestinazioni a una splendida sorte. La amerà più delle sue altre due figlie assecondando ogni capriccio della piccola, la quale già dagli anni dell'asilo "incuteva soggezione per la profondità e l'insistenza del suo sguardo". Anche alla scuola di danza sarà ammirata da tutti, ma non alla scuola dell'obbligo dove viene invece derisa per la sua ignoranza finché al secondo anno arriva Roselyne,una ragazza dalla scuola di danza, che mitigherà la sua sofferenza. Tra Plectrude e Roselyne ci sarà una profonda amicizia : "L'amico, per il bambino, è colui che ti sceglie. L'amico è colui che ti offre quello che non ti è dovuto. L'amicizia è dunque per il bambino il lusso supremo, e il lusso è ciò di cui le anime nobili hanno il bisogno più ardente. L'amicizia da al bambino il senso del fasto dell'esistenza". Le due si dividono quando Plectrude viene presa alla scuola dell'Opèra per diventare la futura étoile, il sogno di Clemence, la zia. "Quello che Plectrude viveva alla scuola dell'Opèra si chiamava ebrezza : un'estasi nutrita da un'enorme dose di oblio. Oblio delle privazioni, della sofferenza fisica, del pericolo, della paura. Procurandosi queste amnesie volontarie, poteva buttarsi nella danza e scoprirvi la folle illusione, la trance di librarsi in volo." Ce la farà Plectrude a diventare la futura Pavlova?