La discriminazione negativa. Cittadini o indigeni?
- Editore:
Quodlibet
- Data di Pubblicazione:
- 30 gennaio 2008
- EAN:
9788874621941
- ISBN:
8874621949
- Pagine:
- 160
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Minoranze etniche e multiculturalismo, Interazione sociale
Descrizione La discriminazione negativa. Cittadini o indigeni?
Parlare di discriminazione negativa non è un pleonasmo. Esistono forme di discriminazione positiva che consistono nel fare di più per coloro che hanno meno. Il principio di tali pratiche non è di per sé contestabile, nella misura in cui si tratta di dispiegare sforzi supplementari in direzione di popolazioni prive di risorse per integrarsi nel regime comune, al fine di aiutarle a ritrovare tale regime. Non è discriminatorio, per esempio, se non in senso positivo, mettere in pratica una pedagogia speciale per studenti in ritardo scolastico, onde evitare che ripetano l'anno, o predisporre una formazione professionale adeguata per lavoratori poco qualificati, per evitare che diventino inoccupabili. Può essere utile, e forse indispensabile, prendere di mira popolazioni segnate da una differenza, che è per esse un handicap, con l'obiettivo di ridurre o annullare tale differenza.Ma, la discriminazione negativa non consiste nel dare di più a coloro che hanno meno, al contrario fa di una differenza un deficit. Essere discriminati negativamente significa essere assegnati a un destino sulla base di una caratteristica che non si è scelta, ma che gli altri rimettono sotto forma di stigma. La discriminazione negativa è una strumentalizzazione dell'alterità costituita in fattore di esclusione.Si vorrebbe dimostrare che è così che funziona ancora, in larga parte, l'appartenenza etnica nelle nostre società. Ma questo funzionamento è contraddittorio perché incompatibile con princìpi democratici dei quali non ci si sbarazzerà con troppa facilità considerandoli dei semplici alibi che servono a occultare la realtà di una eredità imperialista o coloniale. È, al contrario, prendendo sul serio tali princìpi che si tocca il cuore del problema posto dalla discriminazione negativa. Questa mette in discussione la nozione stessa di cittadinanza.Ritornando sui moti dell'autunno 2005, Robert Castel analizza i meccanismi di stigmatizzazione e di relegazione centrati su queste popolazioni tenute così al margine di una piena e completa cittadinanza, a dispetto dei princìpi fondamentali della Repubblica.Se si vogliono chiamare le cose col proprio nome, quello cui si sta assistendo oggi è fuor di dubbio un ritorno della razza sulla scena politica e sociale.Sommario: Prologo. Gli abiti nuovi della Repubblica. Piccolo racconto alla maniera di Andersen di Yann Moulier Boutang. - Introduzione. - 1. La costruzione di uno spazio di relegazione (1.1 Dalla città radiosa alla città-dormitorio; 1.2 Etnicizzazione e pauperizzazione). - 2. Né dentro né fuori (2.1 Non ci sono ancora ghetti; 2.2 Non ci sono ancora esclusi). - 3. La gestione differenziale delle minoranze etniche (3.1 La discriminazione poliziesca e giudiziaria; 3.2 La discriminazione rispetto al lavoro; 3.3 Il blocco scolastico; 3.4 La stigmatizzazione dell'appartenenza religiosa). - 4. Dal margine al centro (4.1 Illegittimità politica e invalidazione sociale; 4.2 Sull'utilità delle classi pericolose; 4.3 Il ritorno dello stigma). - 5. Cittadini o indigeni? (5.1 L'aumento dei pericoli; 5.2 Il marchio della razza; 5.3 È possibile una Repubblica multiculturale?). - Conclusione - Allegati - Postilla (Intervista a Robert Castel raccolta dai curatori nel maggio 2008).