Dilettanti.com. Come la rivoluzione del Web 2.0 sta uccidendo la nostra cultura e distruggendo la nostra economia
- Editore:
De Agostini
- Traduttore:
- Stignani F.
- Data di Pubblicazione:
- 23 aprile 2009
- EAN:
9788841857632
- ISBN:
8841857633
- Pagine:
- 286
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Cultura e società
Descrizione Dilettanti.com. Come la rivoluzione del Web 2.0 sta uccidendo la nostra cultura e distruggendo la nostra economia
La rivoluzione del Web 2.0 ha promesso di diffondere a un numero sempre più ampio di persone una sempre più ampia conoscenza, ma in ogni momento ci si interroga sull'affidabilità, l'accuratezza e la verità delle informazioni che troviamo in rete. Allo stesso tempo le nostre più preziose istituzioni culturali - quotidiani, riviste, il mondo della musica e del cinema - sono minacciate da una valanga di contenuti amatoriali gratuiti generati dagli utenti. Se siamo tutti dilettanti, non ci sono più esperti. Wikipedia incontra MySpace che incontra YouTube: la democratizzazione dei mezzi di comunicazione sta indebolendo e minimizzando competenza, esperienza e talento. La cultura del "copia-incolla" del Web 2.0 sta formando una generazione di intellettuali cleptomaniaci, che pensa si possano esprimere le proprie opinioni grazie all'abilità di tagliare e incollare a piacimento. Il diritto d'autore viene minacciato e la proprietà intellettuale è liberamente scambiata, scaricata e remixata, artisti, scrittori, giornalisti, musicisti, redattori e produttori sono derubati del frutto del proprio lavoro creativo. Le reti televisive subiscono l'attacco della programmazione autoprodotta di YouTube; il file-sharing e la pirateria digitale hanno devastato l'industria multimiliardaria della musica e ora minacciano di distruggere anche quella del cinema. In meglio o in peggio i media democratizzati del Web 2.0 stanno rimodellando il nostro panorama intellettuale, politico e commerciale.
Recensioni degli utenti
L'ho comprato, ma non lo ricomprerei.-8 novembre 2009
Libro simpatico e talvolta giusto in alcune conclusioni, spesso si schiera TROPPO a favore dei giornalisti/editori. A mio avviso da troppa fiducia alla comunicazione ufficiale che più di qualche volta (basta guardare i TG italiani) viene "incanalata" dai poteri forti dell'economia e della politica.