Digital literacy. Cultura ed educazione per la società della conoscenza

Che cos’è la digital literacy e come si rapporta ai nuovi processi di apprendimento? Monica Banzato, studiosa del fenomeno, ce lo spiega in Digital Literacy. Cultura ed educazione per la società della conoscenza. Intesa come capacità di utilizzo dei nuovi media, in una società costruita sul digitale, questa forma di conoscenza sostituisce in un certo senso la televisione del secondo dopoguerra, utilizzata inizialmente anche come mezzo di alfabetizzazione delle masse. Oramai se ci si vuole rapportare in modo attivo a ciò che accade nel mondo bisogno saper utilizzare il computer e la rete in tutte le sue varianti. La Banzato, ponendo il lettore davanti a questo snodo sociale, si interroga anche, tra aspetti positivi e negativi, quanto la digitalizzazione debba imporsi nel progetto educativo delle nuove generazioni. Usato per la prima volta da Glister nel 1997, il termine digital literacy, prevede infatti un vero e proprio atto cognitivo, un modo nuovo di apprendere e di rapportarsi al mondo. Da alcuni studiosi nel mondo, e tramite programmi educativi già approvati e in atto in Paesi del Nord Europa come in Norvegia, la digital literacy è ritenuta infatti un momento fondamentale dell’apprendimento scolastico, allo stesso livello del leggere e dello scrivere. Uno studente della seconda decade degli anni 2000 non può rapportarsi al mondo e conoscerlo senza l’utilizzo della rete. In Italia questo processo non è stato ancora totalmente messo in atto e la studiosa ci pone davanti all’obbligo di mettersi al passo con i tempi, di rendere produttive le nostre menti talentuose, che senza un utilizzo sensato e critico del web, rischiano di essere sprecate. I nostri figli avranno un modo diverso di pensare grazie all’utilizzo del digitale? Questo è già evidente, ci risponde la Banzato, nei ragazzini di nove o dieci anni e lo sarà sempre di più nelle future generazioni. Per questo il nostro Paese, il nostro sistema educativo e i nostri insegnanti si devono adattare a questa nuova forma mentis, rivoluzionando ogni concezione accademica e precostituita.