Trama Diari di pietra
Un'esistenza apparentemente insignificante quella di Daisy Goodwill, nata nel 1905 in una piccola località del Manitoba, in Canada. Ma chi è davvero Daisy? A un tempo forte e fragile, disillusa e realizzata, sembra attraversare la vita con distacco, quasi non fosse la sua. Il mistero che la avvolge induce il lettore a spiarne di nascosto gli umori attraverso la corrispondenza con le amiche, la testimonianza dei figli, i diari, le azioni di tutti i giorni... Una complessa figura di donna e insieme un'ironica, tenera saga di sentimenti.
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Diari di pietra-11 agosto 2011
E' un'autrice che riesce a fondere una mirabile caratterizzazione dei personaggi con trame sempre degne di questo nome, leggere Carol Shields significa lasciarsi trasportare dall'incanto della narrativa, entrare completamente, anzi tuffarsi dentro il racconto, vedere e sentire i personaggi con la stessa nitidezza dell'averli davanti ai propri occhi udendone le parole. Niente sentimenti sdolcinati o mielosi in Carol Shields, bensì la realtà di esistenze spesso difficili (la maggior parte delle nostre, ahimè, in qualche modo lo sono sempre) , con quei momenti di solitudine e amarezza che nessuno vede ma che non per questo sono più facili da sopportare. Vite che avanzano di giorno in giorno quasi alla cieca, senza sapere dove e cosa porterà il domani, guidate dalla consapevolezza dello stare al mondo e di questo mondo dover far parte, spesso alla meno peggio, tirando avanti, distogliendo lo sguardo da una quotidianità problematica. La vita raccontata è quella di Daisy Goodwill Flett, una donna canadese che attraversa quasi tutto il XX secolo, dalla nascita sfortunata con un parto che le toglierà per sempre la madre fino alla morte alle soglie del nuovo millennio, in un pensionato per lungodegenti, sempre meno vigile e sempre più inerme nelle mani del tempo e delle malattie. Una storia comune, ma raccontata come se fosse un pezzo unico, ed ogni vita in effetti è un pezzo unico, costruito lentamente, per caso o per volontà propria, a impercettibili sussulti o travolgenti scossoni. La Shields integra diario in prima persona e descrizione, ma lo scalino non si sente, la prosa scorre liscia e pacata, come un tessuto che non ha nodi né imperfezioni o strappi, e i salti temporali sono condotti con grande perizia e mano sicura attraverso i grandi avvenimenti della vita di Daisy che fanno da boe di segnalazione. Che certe cose succedano (nascite, morti, partenze, matrimoni, tradimenti, malattie) veniamo a saperlo così, per caso, eppure chiaramente e senza possibilità di errore, una tecnica simile a quella di Penelope Lively, altra grande narratrice di razza. I personaggi sono tanti ma non in numero insopportabile, e l'albero genealogico pubblicato all'inizio del libro serve a chiarire i dubbi ed essere consultato di quando in quando. Tra l'altro ogni personaggio ha una sua identità precisa, inconfondibile, che affiora a tutto tondo tra le righe della narrazione. Se già in Mary Swann la Shields aveva dato prova della sua maestria, qui si supera decisamente, confezionando un'opera superba, realista e commovente, ironica e tenera, attenta ai dettagli e capace di grandi sguardi a volo d'uccello, di considerazioni profonde senza suonare saccenti, di descrizioni interessanti e mai pedanti o dispersive.