Diabolus in musica. Prose ed elzeviri musicali di Giorgio Vigolo edito da Zandonai

Diabolus in musica. Prose ed elzeviri musicali

Editore:

Zandonai

Collana:
I fuochi
A cura di:
C. Spila
Data di Pubblicazione:
25 febbraio 2008
EAN:

9788895538075

ISBN:

8895538072

Formato:
brossura
Argomento:
Teoria della musica e musicologia
Acquistabile con la

Descrizione Diabolus in musica. Prose ed elzeviri musicali

Il volume, pensato da Giorgio Vigolo già nel 1967, raccoglie una scelta di testi inediti, molti dei quali scritti per la trasmissione radiofonica "Musica e Poesia". Vigolo non mira a tradurre i fatti musicali in un linguaggio didascalico e informativo, né si limita a indagarne il dato squisitamente tecnico: la sua prosa musicale racconta e genera storie, inseguendo per dir così il significato "diabolico" della musica, versatile musa capace di trasmigrare in altre forme artistiche, come l'architettura (che Goethe chiamava "musica ammutolita") e la poesìa. Poeta e narratore, studioso del Belli e indimenticato traduttore di Holderlin, Vigolo apre, con i suoi atteggiamenti linguistici, le suggestioni letterarie e filosofiche, e la sua padronanza musicale frutto di estesi e meditati studi, un nuovo e illuminante spazio alla critica musicale. Brevi, veloci e di squisito gusto letterario, questi saggi restituiscono con maestria l'atmosfera poetica delle opere musicali e captano ciò che nella musica si nasconde: l'anelito di assoluto, la dimensione ritmica come memoria dei suoni e le inquietudini etiche, specie fra Barocco e Romanticismo, quando il suono aereo e spirituale convive con la pietra, il peccato e la morte.

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4 di 5 su 1 recensione

Diabolus in musica. Prose ed elzeviri musicaliDi c. Giovanni-9 ottobre 2010

Giorgio Vigolo scriveva in modo assai piacevole: quando parlava di musica, era naturale per lui spaziare dal pentagramma alla letteratura italiana, francese e tedesca, alla filosofia e alle arti figurative; così avviene in queste prose, quasi tutte composte per un programma radiofonico della Rai (la vecchia Rai che non propinava soltanto radiogiornali e canzonette, ma, ancora negli anni Ottanta, commedie di Goldoni e sceneggiati su Vivaldi e Metastasio), il che ne spiega il tono lieve e divagante: ma è un divagare di lusso, se, ad esempio, per parlare di Tafelmusik si citano Sforza Pallavicino e il marinista senese Gherardo Saraceni. Fra i testi, un manoscritto non datato su Monteverdi, che a proposito del Vespro della Beata Vergine parla di "fenici di strumenti" a proposito dei misteriosi cornetti, che oggi ormai da parecchi anni misteriosi non sono più, e hanno ritrovato anche un buon numero di cultori e virtuosi: ad attestare come non solo l'indagine filologica delle fonti a stampa e manoscritte, ma anche quella organologica negli ultimi decenni abbia compiuto passi da gigante. Oggi non è più necessario divinare quei suoni cercando di riprodurne alla meglio l'idea con istrumenti moderni.