Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij edito da Feltrinelli

Delitto e castigo

Editore:

Feltrinelli

A cura di:
D. Rebecchini
Data di Pubblicazione:
5 giugno 2013
EAN:

9788807900617

ISBN:

8807900610

Pagine:
600
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Delitto e castigo

"Ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni. Appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. [...] Delitto e castigo è uno di questi romanzi, un'opera di bruciante attualità, nella quale Dostoevskij ha saputo cogliere a partire dalla sua epoca l'eco di voci remote nella nostra cultura e oggi più che mai vibranti. Leggendo questo romanzo ti viene subito in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti 'eroi' della nostra cronaca nera, ti risuona nella testa la voce minacciosa del Dio della Genesi che grida a Caino: Caino, che hai fatto? Ora tu sei maledetto dalla terra, sarai errante e vagabondo. E ti chiedi: e se fossi stato io?" (dalla prefazione di Damiano Rebecchini). Un romanzo decisivo per la successiva narrativa novecentesca, per lo scavo psicologico dei personaggi e la ferocia dell'analisi emotiva. In una nuova traduzione, l'immortale storia di sofferenza e salvazione diventata uno dei classici più amati e influenti di tutti i tempi (e di tutte le letterature).

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

IrrinunciabileDi C. Adriana-4 aprile 2018

Non si può farne a meno, ogni commento sarebbe riduttivo. Una congerie di sentimenti minutamente analizzati, linguaggio penetrante, incubi descritti con una vividezza ed efficacia da lasciar senza parole. La colpa che prende possesso dell'uomo tanto da divenirgli insopportabile, da preferire qualunque altra punizione a questo peso.

Una lettura allucinante, quasi tutta un'illusioneDi R. Manuela-22 marzo 2018

Non saprei da dove iniziare per scrivere una recensione. Sicuramente non dalla trama, neanche un accenno, perché anche la minima introduzione rischia di svelare le prime 100 pagine del libro. E mi rifiuto. Quindi inizio a parlare delle mie sensazioni: questo libro è assurdo. Inizialmente mi sembrava lento, davveeero leeeento, trooooppo lento. Una lentezza dispersiva, una lentezza confusionaria. Una confusione che è presente ovunque. La confusione è presente in questa San Pietroburgo sporca, caotica, afosa soffocante. La confusione è presente nelle parole del narratore che ti fanno entrare nella sua testa confusa e ti stordiscono tanto da non capire più cosa sia vero e cosa no. Una confusione così forte che mi ha fatto perdere la consapevolezza della lettura: mi sono sentita distaccata da me e completamente dentro, completamente intrappolata nei pensieri del nostro caro Raskol'nikov. L'ho terminato e non me ne sono accorta. Ti perdi nei suoi e ormai tuoi pensieri, nelle sue e ormai tue paure, nella sua (e solo sua, si spera) malattia e perdi ogni capacità percettiva. È allucinante. È totalizzante. È un'esperienza mistica. È magistrale.

SplendidoDi B. Anna-12 febbraio 2017

Non abbiate paura che sia uno di quei libri che ci si propone di leggere ma che rimangono letti a metà. La descrizione dei personaggi è profondamente minuziosa, fin nei minimi particolari, ma credo che sia nelle riflessioni e nei pensieri dell'autore che si ritrovi il pregio di questo libro.

Un capolavoro psicologicoDi r. paolo-24 febbraio 2015

Devo ammettere che mi piace molto la letteratura russa, e "Delitto e castigo" è uno dei miei romanzi preferiti. Raskolnikov è un personaggio conflittuale, mostra molto interesse per l'appartenenza di classe e, consapevole di appartenere a una classe superiore, crede di avere il diritto di commettere un omicidio. Contrariamente al titolo, questo romanzo in realtà non si concentra sul reato o sulla pena, ma piuttosto sul tumulto interiore di Raskolnikov e sull'impatto che il suo gesto ha sulla sua intelligenza e le sue emozioni, fino al momento in cui il senso di colpa lo travolge e lo porta a confessare. In questo modo ha termine la sua alienazione, dimostrata dal fatto che per gran parte del romanzo l'azione si svolge nella mente di Raskolnikov. Fyodor Dostoyevsky è stato sicuramente uno scrittore molto abile nell'entrare in profondità in una mente squilibrata. La morale che ci propone questo libro è che il crimine più grande non è tanto il delitto quanto la superbia di Raskolnikov, che si è posto sopra i suoi simili. Forse Dostoevskij stava anche cercando di mostrare al lettore i pericoli del razionalismo e dell'utilitarismo.